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Artigiani pronti a scendere in Piazza lunedì. Unas: "Fateci riaprire. Vogliamo lavorare"

Pio Ugolini, "la parola sciopero non ci appartiene, noi siamo per la parola lavoro"

2 mag 2020

L'Unas torna a lanciare il suo grido d'aiuto alle autorità minacciando di portare lunedì prossimo in Piazza della Libertà tutti gli appartenenti alla categoria, "con mascherina, guanti e nel rispetto della distanza di sicurezza". La decisione è stata presa questa mattina durante un Consiglio Direttivo riunitosi in via straordinaria. Nel pomeriggio è previsto un nuovo confronto fra Governo, categorie e parti sociali sul Decreto che sta per essere emanato e gli artigiani tremano all'idea di rimanere esclusi dalle progressive aperture. In una lettera hanno implorato Segretari di Stato e Capigruppo di poter tornare a lavorare. “Dobbiamo aprire” - scrivono – parlando di “assordante silenzio alle loro richieste”. L’apertura parziale e progressiva – dicono - deve riguardare tutte le attività, quindi anche estetiste, parrucchieri, tatuaggi, lavanderie. L'invito a scendere in Piazza “è per noi eclatante – spiega Unas - ma in linea con l’esasperazione, frustrazione e disagio economico delle nostre persone che non sono numeri ma imprese e famiglie che soffrono”. Il Segretario Generale Pio Ugolini è un fiume in piena. “Non siamo per lo sciopero reale o fiscale, la parola sciopero non ci appartiene, l'ultima volta che l'abbiamo fatto è stato nel 1983 – afferma - noi siamo per la parola lavoro, che ci appartiene da sempre”. Siamo stati i primi come Direttivo a dire di rimanere chiusi – continua – ma nella convivenza con il virus ciascuno di noi avrà comportamenti virtuosi, seguirà precisi protocolli. L'Unione artigiani ha presentato una serie di proposte concrete per riaprire in sicurezza. “ Non vogliamo indennizzi, vogliamo lavorare e rimettere in moto una macchina che se si ferma – avverte Ugolini – rischia di non ripartire più”.



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