Sarà un anno di svolta e la due giorni prevista a Riccione, il 26 e 27 ottobre, chiamerà a raccolta tutti e dieci i Consigli sindacali interregionali (enti bilaterali composti da organizzazioni sindacali dei pesi limitrofi). Il periodo non è stato scelto a caso: “Dopo l'accorso su una nuova tassazione tra Italia e Svizzera, è entrata in vigore – spiega Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri CGIL - una nuova norma che estende di fatto molte delle condizioni concordate con il Ministero all'Economia a tutti i frontalieri italiani, anche quelli che lavorano a San Marino”. Sarà un anno di svolta perché ci sono partite in ballo aperte, a partire dall'incremento della franchigia laddove esiste la tassazione de-concorrente come San Marino. Nel testo di legge in questione si delinea finalmente l'istituzione di un tavolo interministeriale tra parti sociali, ministero all'Economia, Esteri e Lavoro, che si porrà come primo obiettivo l'istituzione dello “Statuto dei lavoratori frontalieri” perché dotare di una veste giuridica questa figura è importante per evitare problemi ancora lontani da una soluzione, come l'assegno unico.
“I lavoratori frontalieri - prosegue Augurusa - sono definiti da un regolamento europeo, non hanno una definizione italiana, e così l'Inps non sa chi sono i propri cittadini che lavorano fuori confine”. Il problema legato alle pensioni? Risolvibile perché il vero tema è la tassazione. E se nella legge finanziaria, lo scorso anno, il ministro Giorgetti ha fatto un intervento che di fatto impedisce di tassare le pensioni in maniera diversa a seconda di dove vengano erogate - se nel paese dove si lavora o in quello di residenza - si tratta semplicemente di estendere questo meccanismo anche agli altri paesi. “Ma è sull'assegno unico che l'Italia, come avevamo previsto, è sotto procedura d'infrazione, perché riserva trattamenti diversi a lavoratori. Ne sono un esempio anche i sammarinesi che lavorano in Italia, che non percepiscono né il vecchio istituto dell'assegno familiare né quello unico. Ed è un problema che riguarda, complessivamente, 15 mila lavoratori”.
Nel video l'intervista a Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri CGIL