L'UNAS dice no alla riforma fiscale che verrà emanata attraverso la legge di assestamento. “Infranto il patto fiscale tra istituzioni e imprese individuali, della promessa equità che già era stata spostata al 2018, per dare tempo di attivare i meccanismi di accertamento dei ricavi, e il riferimento va alla proposta – segnala – “di prorogare di altri due anni i termini per la tassazione separata dei redditi prodotti dai titolari di imprese individuali”. “Equità vuol dire pari aliquota a parità di reddito”, sottolinea Unas tornando a dire: “Artigiani e commercianti non sono cittadini di serie B”. Questo esecutivo, come il precedente, non considerano che un artigiano non produce un reddito di impresa in senso stretto, ma principalmente il proprio reddito in quanto persona che lavora”. E torna il parallelo con i lavoratori dipendenti: “Perché sui redditi da lavoro dipendente esistono ampie zone franche di no tax area, mentre sul reddito del titolare di impresa individuale già dal primo euro si debba pagare il 17%, oltre ai contributi?”. Tornano a chiedere di rispettare l'economia interna, prima di andare a cercare nuova base economica.
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