Sotto il grande ombrello dei Neet. L’acronimo, usato per la prima volta nel Regno Unito vale anche in Italia e significa “non sono nel lavoro, non studiano, non si formano” e sono i giovani, dai 15 ai 29 anni. 2 milioni sono Bamboccioni per forza…laureati, diplomati perdono il lavoro e non lo ritrovano. La crisi si è abbattuta sulle nuove leve secondo l’ultimo rapporto Istat che traccia il disoccupato, il padre di famiglia. Tra i 35 e i 54 anni, maschio, residente al Centro-Nord, con un livello di istruzione non superiore alla licenza secondaria, coniugato o convivente, ex titolare di un contratto a tempo indeterminato nell'industria. E' il "nuovo disoccupato", secondo la descrizione che ne fa il Rapporto annuale dell'Istat. Perché la crisi non ha prodotto solo disoccupati “di lusso” come i manager, non si è accanita solo sulle categorie da sempre in Italia ai margini del mercato del lavoro: i meridionali, i giovani, i precari, le donne. La novità della crisi è che a perdere il lavoro sono "i padri di famiglia", le figure di riferimento, che magari portavano a casa stipendi mediocri, ma tali comunque da permettere ad altre persone (moglie, convivente, figli o altri parenti) di condurre un'esistenza dignitosa.
Valentina Antonioli
Valentina Antonioli
Riproduzione riservata ©