Wafik Grais si prende una pausa di riflessione. Dopo il terremoto registrato ieri nel Consiglio Direttivo, il Presidente di Banca Centrale lascerà passare il week end prima di decidere il da farsi ma chi lo conosce non si fa troppe illusioni sulla sua permanenza in Repubblica. Era rimasto, dopo il licenziamento in tronco di Savorelli, con la prospettiva di almeno un paio di modifiche allo statuto di Banca Centrale. Dovevano permettere al Presidente di avere un ruolo non solo di rappresentanza, ma dovevano anche creare un contrappeso alla vigilanza, che oggi fa capo esclusivamente al direttore generale. Ieri il Consiglio ha deciso, nonostante Grais, di nominare Raffaele Capuano alla direzione generale. “Nonostante” perchè la candidatura non è arrivata dal Presidente che ha addirittura votato contro la scelta fatta dal suo Consiglio. Poi la raffica di dimissioni. Formali, vale a dire già comunicate per iscritto, quelle di Silvia Cecchetti e di Fabio Zanotti che, come Presidente di Cassa di Risparmio, rappresenta ora un soggetto vigilato. Verbali, ovvero dichiarate ieri in Consiglio Direttivo dopo la votazione del Dg, quelle di Antonio Kaulard e Aldo Simoncini. I dimissionari, con la sola eccezione di Zanotti, rimarranno in carica fino a quando non saranno sostituiti. Lo conferma la stessa Banca Centrale che però fa scendere a 3 le “dimissioni irrevocabili”. Sono quelle di Cecchetti e Kaulard, dimissioni – conferma Bcsm – che avranno efficacia dalla loro prossima sostituzione. Irrevocabili, e con effetto immediato, quelle di Fabio Zanotti.
C'è poi un altro fronte che vede lontani Grais e la maggioranza. Per il Presidente di Banca Centrale la Repubblica deve risolvere i suoi problemi affidandosi al Fondo Monetario Internazionale che non si limita a prestare i soldi, ma certifica il rispetto del programma di risanamento di un Paese. Una opzione questa che non piace a gran parte di Adesso.sm
Sonia Tura
C'è poi un altro fronte che vede lontani Grais e la maggioranza. Per il Presidente di Banca Centrale la Repubblica deve risolvere i suoi problemi affidandosi al Fondo Monetario Internazionale che non si limita a prestare i soldi, ma certifica il rispetto del programma di risanamento di un Paese. Una opzione questa che non piace a gran parte di Adesso.sm
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