A pochi giorni dalla prima scadenza della proroga dello scudo fiscale, la Banca d’Italia rivela alcune cifre e attesta a 85 miliardi e 100 milioni la cifra del rientro di capitali dall’estero, alla data del 15 febbraio. Circa 60 i miliardi di euro rimpatriati dalla Svizzera, 7 miliardi e 300 milioni dal Lussemburgo, 4 miliardi e 100 dal Principato di Monaco. Da San Marino sono rientrati invece, a tutt’oggi, 3 miliardi e 819 milioni di euro.
Scadrà a fine mese la prima proroga concessa per lo scudo, quella che prevede l’aliquota maggiorata di un solo punto percentuale, mentre dal primo di marzo al 30 aprile sarà ancora possibile regolarizzare la propria posizione per gli italiani che detengono capitali all’estero, pagando però il 7%, contro il 5 applicato alla fine di dicembre.
L’ammontare dei rientri è inferiore alle stime previste dal Ministero dell’Economia, che si aspettava il ritorno di 95 miliardi di euro. La differenza è dovuta alle diverse fonti utilizzate; dall’esclusione nelle rilevazioni della Banca d'Italia per alcuni beni patrimoniali, come preziosi e opere d’arte, e delle operazioni di importo inferiore alla soglia di rilevazione. Anche il fatto che l'effettivo rimpatrio può essere stato differito e quindi non ancora segnalato ai fini statistici, può aver determinato la dissonanza dei dati. Sempre secondo Bankitalia, sul totale dei capitali rientrati, 34 miliardi e 87 milioni sono rimpatri con liquidazione e 50 miliardi e 26 milioni senza liquidazione e regolarizzazioni. Quanto a dettaglio, la quota maggiore è quella di 40 miliardi come depositi in conto corrente. Seguono circa 21 miliardi in strumenti di debito, 12 miliardi in azioni, 7 miliardi in altre attività finanziarie, 4 miliari e mezzo miliardi in denaro, 885 milioni sotto forma di immobili, quote diritti reali e multiproprietà e 40 milioni come strumenti derivati.
Sergio Barducci
Scadrà a fine mese la prima proroga concessa per lo scudo, quella che prevede l’aliquota maggiorata di un solo punto percentuale, mentre dal primo di marzo al 30 aprile sarà ancora possibile regolarizzare la propria posizione per gli italiani che detengono capitali all’estero, pagando però il 7%, contro il 5 applicato alla fine di dicembre.
L’ammontare dei rientri è inferiore alle stime previste dal Ministero dell’Economia, che si aspettava il ritorno di 95 miliardi di euro. La differenza è dovuta alle diverse fonti utilizzate; dall’esclusione nelle rilevazioni della Banca d'Italia per alcuni beni patrimoniali, come preziosi e opere d’arte, e delle operazioni di importo inferiore alla soglia di rilevazione. Anche il fatto che l'effettivo rimpatrio può essere stato differito e quindi non ancora segnalato ai fini statistici, può aver determinato la dissonanza dei dati. Sempre secondo Bankitalia, sul totale dei capitali rientrati, 34 miliardi e 87 milioni sono rimpatri con liquidazione e 50 miliardi e 26 milioni senza liquidazione e regolarizzazioni. Quanto a dettaglio, la quota maggiore è quella di 40 miliardi come depositi in conto corrente. Seguono circa 21 miliardi in strumenti di debito, 12 miliardi in azioni, 7 miliardi in altre attività finanziarie, 4 miliari e mezzo miliardi in denaro, 885 milioni sotto forma di immobili, quote diritti reali e multiproprietà e 40 milioni come strumenti derivati.
Sergio Barducci
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