Scudo fiscale, problemi per carte di credito e bancomat, sofferenze di liquidità, azioni giudiziarie. Sul sistema bancario sammarinese è passato praticamente di tutto. Il 2010 è stato di certo l’annus horribilis, non solo per le banche. Le sofferenze delle imprese hanno causato spesso episodi di insolvenza, non comuni nella Repubblica di San Marino, e di conseguenza difficoltà per gli istituti di credito. “Ma nessuno di noi è venuto a meno al proprio ruolo principale – spiega il Presidente dell’ABS, Pier Paolo Fabbri – quello di sostenere l’impresa, di mettere a disposizione risorse e finanziamenti necessari a garantire non solo la continuità ma anche lo sviluppo”. I dati del 2011 indicano che qualcosa sta migliorando ma ancora mancano passaggi sostanziali per tirare il classico sospiro di sollievo. Il sistema ha retto bene e dimostrato solidità. Lo dicono Banca Centrale, l’Associazione delle banche, gli stessi istituti di credito. Forse la scelta di concentrare il rischio nel settore immobiliare ha disturbato il sonno di qualcuno, ma in generale si guarda al futuro con cauto ottimismo. Fondamentale recuperare il rapporto con l’Italia e trovare le intese per l’operatività delle banche sammarinesi, ma gli addetti ai lavori chiedono anche una maggiore tempestività nella elaborazione e diffusione dei dati statistici, come del resto sollecitano gli organismi internazionali. Conoscere in tempo reale gli indici di cambiamento consentirebbe di calibrare al meglio strategie o correttivi. Nel video l'intervista a Pier Paolo Fabbri (Presidente Abs)
Sergio Barducci
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©