Con due note distinte, gli Imprenditori Uniti Sammarinesi danno conto innanzitutto del consenso raccolto dalla petizione che chiede di abrogare o modificare la legge che ha istituito lo strumento di accertamento telematico dei ricavi per gli operatori economici: mille firme in 20 giorni, sottolineando che tra i sottoscrittori vi sono anche molti pensionati e lavoratori dipendenti, a testimonianza - rimarcano - che questo sistema non piace né agli operatori, né ai consumatori. Non appena sarà raggiunto l'obiettivo delle 3/4mila firme – precisano - queste verranno consegnate alla Reggenza. L'alternativa proposta da Ius è di sostituire l'attuale sistema con l'invio mensile dei ricavi già utilizzato nel 2014 fino a quando non saranno individuate nuove soluzioni, condivise anche con le associazioni di categoria e dei consumatori.
Questione Rappresentatività: con una lettera aperta lo Ius si rivolge direttamente ai consiglieri e ai membri di Governo esortando alla riflessione su un progetto di legge che non esitano a definire “antidemocratico”. Calcoli alla mano, propongono esempi pratici a supporto della loro tesi e attaccano il provvedimento: nella firma di un contratto di lavoro con efficacia erga omnes, un'associazione datoriale che rappresenta 1000 aziende con un lavoratore ciascuna, per un totale di 1000 lavoratori – sottolineano gli imprenditori – non può contare meno di 100 aziende che occupano un totale di 1050 lavoratori. Questo invece – chiosano - prevede la legge Belluzzi. Un simile progetto non può essere approvato, non prima tra l'altro di aver promulgato un nuovo campo contrattuale che separi la grande dalla piccola e media impresa. Questa non è democrazia – tuonano infine – cui prodest?
sp
Questione Rappresentatività: con una lettera aperta lo Ius si rivolge direttamente ai consiglieri e ai membri di Governo esortando alla riflessione su un progetto di legge che non esitano a definire “antidemocratico”. Calcoli alla mano, propongono esempi pratici a supporto della loro tesi e attaccano il provvedimento: nella firma di un contratto di lavoro con efficacia erga omnes, un'associazione datoriale che rappresenta 1000 aziende con un lavoratore ciascuna, per un totale di 1000 lavoratori – sottolineano gli imprenditori – non può contare meno di 100 aziende che occupano un totale di 1050 lavoratori. Questo invece – chiosano - prevede la legge Belluzzi. Un simile progetto non può essere approvato, non prima tra l'altro di aver promulgato un nuovo campo contrattuale che separi la grande dalla piccola e media impresa. Questa non è democrazia – tuonano infine – cui prodest?
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