E’ una lettura a più facce quella che si può dare sull’andamento del sistema bancario sammarinese. La prima interpretazione è quella di un sistema che sostanzialmente tiene, considerate le tempeste che ha dovuto attraversare, e in parte sta contenendo un innegabile processo di ridimensionamento.
I segni della raccolta, diretta e indiretta, sono tutti in negativo, anche se le cifre di settembre si discostano poco da quelle di giugno. In sostanza le banche sammarinesi raccolgono oggi poco più di 7 miliardi e mezzo, contro i 7 miliardi e nove di giugno e gli 8 e 3 di marzo. L’unico segno in crescita è quello dei certificati di deposito, i titoli cioè emessi da una banca per i depositi vincolati ad una scadenza prefissata, e questo dimostra un rafforzamento di fiducia da parte della clientela. Calano gli impieghi e Banca Centrale rileva che la percentuale del 78,5%, ben inferiore a quell’82 e 8 di marzo, rappresenta un segno di un migliorato equilibrio finanziario. Ma una diminuzione di impieghi significa anche una minore propensione delle banche a concedere affidamenti, e questo ovviamente per contenere i rischi. Se da un lato un maggiore rigore accresce la stabilità finanziaria e tutela i risparmiatori, dall’altro concede meno opportunità al sistema imprenditoriale. Del resto però una maggiore oculatezza è imposta anche dalla crescita delle sofferenze, che in settembre sono cresciute rispetto ai sei mesi precedenti. Oggi la percentuale nel rapporto fra impieghi e sofferenze è dell’8,1%, contro il 5,9 del 31 dicembre 2010. Infine una considerazione sul patrimonio netto delle banche sammarinesi, i cui valori sono in leggera contrazione, mantenendo però pressoché stabile il rapporto fra patrimonio netto e totale attivo. I dati diffusi da Banca Centrale però sono da considerare temporanei, dal momento che l’ultima elaborazione include ancora il Credito Sammarinese, in liquidazione coatta amministrativa dall’11 di ottobre.
Sergio Barducci
I segni della raccolta, diretta e indiretta, sono tutti in negativo, anche se le cifre di settembre si discostano poco da quelle di giugno. In sostanza le banche sammarinesi raccolgono oggi poco più di 7 miliardi e mezzo, contro i 7 miliardi e nove di giugno e gli 8 e 3 di marzo. L’unico segno in crescita è quello dei certificati di deposito, i titoli cioè emessi da una banca per i depositi vincolati ad una scadenza prefissata, e questo dimostra un rafforzamento di fiducia da parte della clientela. Calano gli impieghi e Banca Centrale rileva che la percentuale del 78,5%, ben inferiore a quell’82 e 8 di marzo, rappresenta un segno di un migliorato equilibrio finanziario. Ma una diminuzione di impieghi significa anche una minore propensione delle banche a concedere affidamenti, e questo ovviamente per contenere i rischi. Se da un lato un maggiore rigore accresce la stabilità finanziaria e tutela i risparmiatori, dall’altro concede meno opportunità al sistema imprenditoriale. Del resto però una maggiore oculatezza è imposta anche dalla crescita delle sofferenze, che in settembre sono cresciute rispetto ai sei mesi precedenti. Oggi la percentuale nel rapporto fra impieghi e sofferenze è dell’8,1%, contro il 5,9 del 31 dicembre 2010. Infine una considerazione sul patrimonio netto delle banche sammarinesi, i cui valori sono in leggera contrazione, mantenendo però pressoché stabile il rapporto fra patrimonio netto e totale attivo. I dati diffusi da Banca Centrale però sono da considerare temporanei, dal momento che l’ultima elaborazione include ancora il Credito Sammarinese, in liquidazione coatta amministrativa dall’11 di ottobre.
Sergio Barducci
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