I conti dello stato chiudono con un attivo che si avvicina ai 25 milioni di euro, il disavanzo degli anni passati sembra oramai alle spalle, l’obiettivo del pareggio appare consolidato. Il consuntivo 2006, che presto sarà portato all’esame del Consiglio Grande e Generale, registra una diminuzione rispetto al 2005 nei residui attivi e nelle entrate, ma anche una decisa contrazione dei residui passivi e delle spese: risultato, un avanzo significativo. Ma non è tutto. I numeri del consuntivo denotano anche un accantonamento di quasi 27 milioni di euro, senza il quale il risultato finale sarebbe stato di quasi 51 milioni di euro di attivo, con un aumento dell’8,75% rispetto all’anno precedente. Un bilancio che appare solido e che deriva da una serie di correttivi apportati alla gestione dei conti pubblici, al contenimento delle spese, ai tagli delle cosiddette aree di spreco, alla destinazione di risorse agli investimenti. Insomma il quadro della Repubblica appare meno fosco di qualche anno fa, quando l’allarme sul buco di bilancio snocciolava cifre tutt’altro che rassicuranti. Le entrate crescono in generale dell’11,66 per cento, le uscite crescono del quasi 18 per cento rispetto al 2005, minori però di quelle previste, in particolare nelle spesa corrente, in quella in conto capitale e per il rimborso prestiti. Pur in contrazione resta alta la spesa corrente che si attesta sul 94,32%, del bilancio, pari a oltre 600 milioni di euro. In larga misura sostenuta per gli oneri retributivi del personale in attività e di quello in congedo. Le economie registrate superano i 19 milioni di euro per la spesa corrente, e sommate agli altri tagli adottati diventano oltre 22 milioni di euro.
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