Il tempo stringe: il decreto delegato definitivo sulla Patrimoniale dovrà essere emanato dal Congresso di Stato tra pochi giorni - entro lunedì 30 aprile - così come previsto dall'articolo 48 dell'ultima legge di Bilancio. Ma dopo la generale levata di scudi contro la prima bozza, il Governo intende apportare delle modifiche. Principalmente su tre punti: proposta innanzitutto la riduzione per l'imposta straordinaria sul patrimonio netto delle società dallo 0,6% allo 0,4%, quindi 0,2 punti percentuali in meno, “anche sulla scorta – dice il Segretario di Stato per le Finanze Simone Celli – di osservazioni che erano pervenute in modo particolare dall'Anis”; totale esenzione, poi, per gli immobili posseduti all'estero da parte di sammarinesi e residenti; esentate inoltre per gli strumenti finanziari detenuti all'estero le persone fisiche che hanno ottenuto la residenza in territorio o attraverso il decreto sviluppo del 2013 o attraverso le casistiche previste dalla legge sviluppo varata nell'autunno scorso o attraverso lo strumento della residenza elettiva. “Questo perché – spiega il Segretario alle Finanze - abbiamo voluto dare una risposta positiva a tutti coloro che legittimamente sottolineavano che la tassa potesse avere un impatto negativo sulla capacità di attrazione degli investimenti nel nostro Paese”.
La diretta conseguenza degli interventi di correzione proposti dal Governo al decreto sarà un minor gettito. Con la prima versione si ipotizzavano infatti entrate per lo Stato di 17-18 milioni; ora il gettito risulterebbe sui 15 milioni, ma in linea con la previsione contenuta nella legge di bilancio approvata nel dicembre scorso.
Resta lo 0,5% sulla raccolta indiretta delle persone fisiche residenti, così come lo 0,5% per gli strumenti finanziari detenuti all'estero per le persone fisiche residenti in via ordinaria, ovvero non sulla base di provvedimenti di incentivo; confermata anche la patrimoniale sulla prima casa in territorio, “ma con una incidenza – rimarca il Governo - del 50% in meno rispetto all'imposta straordinaria di 5 anni fa”. Domani il confronto prosegue con categorie economiche e sindacati.
Resta negativo il parere di DiM: nonostante qualche miglioramento, la misura resta iniqua perché non va a colpire i grossi patrimoni immobiliari ma penalizza semmai i piccoli, e crea disparità nella tassazione dei valori mobiliari detenuti all'estero. “Quel che più ci trova in disaccordo però – rileva Emanuele Santi – è la possibilità delle banche di poter scontare l'aliquota dello 0,4% sui patrimoni dal credito di imposta, a scapito delle imprese a cui viene riservato diverso trattamento.
Bene l'esenzione dei patrimoni immobiliari detenuti all'estero, che rappresentava una delle criticità più pesanti – aggiunge Alessandro Mancini - ma il giudizio sull'impianto del provvedimento resta negativo anche per il Ps. “Alimenta la recessione – fa notare – e si raggiunge il pareggio di bilancio solo con la pressione fiscale”. Concorda Gian Carlo Venturini, Pdcs: “Si creano ulteriori problematiche ai cittadini, alle imprese e all'economia del Paese - dice – ora valuteremo le modifiche in Direzione: nonostante qualche miglioramento – conclude – alcune esenzioni rischiano di creare disparità fra i cittadini”.
sp
La diretta conseguenza degli interventi di correzione proposti dal Governo al decreto sarà un minor gettito. Con la prima versione si ipotizzavano infatti entrate per lo Stato di 17-18 milioni; ora il gettito risulterebbe sui 15 milioni, ma in linea con la previsione contenuta nella legge di bilancio approvata nel dicembre scorso.
Resta lo 0,5% sulla raccolta indiretta delle persone fisiche residenti, così come lo 0,5% per gli strumenti finanziari detenuti all'estero per le persone fisiche residenti in via ordinaria, ovvero non sulla base di provvedimenti di incentivo; confermata anche la patrimoniale sulla prima casa in territorio, “ma con una incidenza – rimarca il Governo - del 50% in meno rispetto all'imposta straordinaria di 5 anni fa”. Domani il confronto prosegue con categorie economiche e sindacati.
Resta negativo il parere di DiM: nonostante qualche miglioramento, la misura resta iniqua perché non va a colpire i grossi patrimoni immobiliari ma penalizza semmai i piccoli, e crea disparità nella tassazione dei valori mobiliari detenuti all'estero. “Quel che più ci trova in disaccordo però – rileva Emanuele Santi – è la possibilità delle banche di poter scontare l'aliquota dello 0,4% sui patrimoni dal credito di imposta, a scapito delle imprese a cui viene riservato diverso trattamento.
Bene l'esenzione dei patrimoni immobiliari detenuti all'estero, che rappresentava una delle criticità più pesanti – aggiunge Alessandro Mancini - ma il giudizio sull'impianto del provvedimento resta negativo anche per il Ps. “Alimenta la recessione – fa notare – e si raggiunge il pareggio di bilancio solo con la pressione fiscale”. Concorda Gian Carlo Venturini, Pdcs: “Si creano ulteriori problematiche ai cittadini, alle imprese e all'economia del Paese - dice – ora valuteremo le modifiche in Direzione: nonostante qualche miglioramento – conclude – alcune esenzioni rischiano di creare disparità fra i cittadini”.
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