Il presidente della Fondazione Caponnetto all’attivo della CSU: “Il sindacato gioca un ruolo decisivo nella lotta contro le infiltrazioni mafiose e la cricca dei corrotti. Va fatta sempre più pressione perché i patrimoni illegali sequestrati vegano messi a regime nel bilancio dello Stato”.
E’ quasi un appello quello che Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponetto, rivolge all’assemblea dei delegati CSU: “Sul Titano il sindacato rappresenta un blocco sociale molto forte e può giocare un ruolo decisivo nella lotta contro la mafia e la cricca dei corrotti. Deve fare massa critica e andare avanti nella sua opera di informazione, vigilanza e diffusione della cultura della legalità”.
Calleri ha ripercorso a grandi passi gli ultimi decenni indicando la fine degli anni ’80 come l’inizio delle infiltrazioni malavitose: “In quel periodo, insieme ai capitali di qualche italiano furbo, San Marino ha cominciato a fare entrare anche in soldi sporchi e, come sempre accade, dopo i soldi arrivano anche i mafiosi in carne e ossa. A metà anni ’90 sono così cominciati gli investimenti, spesso sbagliati, di diversi clan”. Il presidente della Fondazione Caponnetto ricorda l’ultima indagine della DIA, che ha scoperto un giro di investimenti immobiliari pari 450 milioni di euro, in parte investiti anche sul Titano, di esponenti del clan Guttadauro e Messina Denaro. Così come sono arrivati in Repubblica ceppi camorristici che hanno investito nel settore commerciale, soprattutto bar e pizzerie.
“Oggi invece - avverte – sono stati fatti passi in vanti davvero importanti: la magistratura sta investigando, sono arrivati arresti eccellenti e sono in corso indagini su altri politici e imprenditori, il Paese sta attraversando una fase di forte destabilizzazione e occorre molta razionalità e freddezza per evitare degenerazioni. Va cioè favorito un vero cambiamento politico, che non degeneri in un tracollo delle istituzioni, che sono garanzia di libertà e indipendenza”. Il presidente della Fondazione Caponnetto ha poi indicato un nuovo terreno di azione e di impegno: velocizzare le riforme che agevolano i controlli nei negli appalti e nei settori economici più esposti alle infiltrazioni mafiose, su questo fronte il prossimo report della Fondazione indicherà le categorie merceologiche più a rischio, e continuare nell’attività di sequestro e confisca dei soldi e dei patrimoni di malavitosi e corrotti.
“Negli ultimi anni a San Marino sono stati sequestrati 23 milioni, cifra importante ma che rappresenta circa un decimo dei patrimoni accumulati illegalmente dalla cricca dei corrotti e dei mafiosi. Va fatta sempre più pressione perché si continui su questa strada, perché le somme sequestrate vegano messe a regime nel bilancio dello Stato”.
Molte le domande arrivate dalla platea dei lavoratori, alcune legate alla stretta attualità dei video dossieraggi. “Attenzione- ha risposto il presidente Calleri- l’azione di dossieraggio è una pratica molto diffusa e spesso viene fatta per suscitare scalpore, per delegittimare, per alzare polveroni. La storia insegna che non esiste una divisione netta tra buoni e cattivi, i primi tutti da una parte e i secondi tutti da un'altra. Ripeto: in questi momenti serve razionalità e freddezza, perché mafiosi e corrotti sono molto abili ad approfittare dei vuoti di potere e inscenare finti cambiamenti”.
Comunicato stampa Csu
E’ quasi un appello quello che Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponetto, rivolge all’assemblea dei delegati CSU: “Sul Titano il sindacato rappresenta un blocco sociale molto forte e può giocare un ruolo decisivo nella lotta contro la mafia e la cricca dei corrotti. Deve fare massa critica e andare avanti nella sua opera di informazione, vigilanza e diffusione della cultura della legalità”.
Calleri ha ripercorso a grandi passi gli ultimi decenni indicando la fine degli anni ’80 come l’inizio delle infiltrazioni malavitose: “In quel periodo, insieme ai capitali di qualche italiano furbo, San Marino ha cominciato a fare entrare anche in soldi sporchi e, come sempre accade, dopo i soldi arrivano anche i mafiosi in carne e ossa. A metà anni ’90 sono così cominciati gli investimenti, spesso sbagliati, di diversi clan”. Il presidente della Fondazione Caponnetto ricorda l’ultima indagine della DIA, che ha scoperto un giro di investimenti immobiliari pari 450 milioni di euro, in parte investiti anche sul Titano, di esponenti del clan Guttadauro e Messina Denaro. Così come sono arrivati in Repubblica ceppi camorristici che hanno investito nel settore commerciale, soprattutto bar e pizzerie.
“Oggi invece - avverte – sono stati fatti passi in vanti davvero importanti: la magistratura sta investigando, sono arrivati arresti eccellenti e sono in corso indagini su altri politici e imprenditori, il Paese sta attraversando una fase di forte destabilizzazione e occorre molta razionalità e freddezza per evitare degenerazioni. Va cioè favorito un vero cambiamento politico, che non degeneri in un tracollo delle istituzioni, che sono garanzia di libertà e indipendenza”. Il presidente della Fondazione Caponnetto ha poi indicato un nuovo terreno di azione e di impegno: velocizzare le riforme che agevolano i controlli nei negli appalti e nei settori economici più esposti alle infiltrazioni mafiose, su questo fronte il prossimo report della Fondazione indicherà le categorie merceologiche più a rischio, e continuare nell’attività di sequestro e confisca dei soldi e dei patrimoni di malavitosi e corrotti.
“Negli ultimi anni a San Marino sono stati sequestrati 23 milioni, cifra importante ma che rappresenta circa un decimo dei patrimoni accumulati illegalmente dalla cricca dei corrotti e dei mafiosi. Va fatta sempre più pressione perché si continui su questa strada, perché le somme sequestrate vegano messe a regime nel bilancio dello Stato”.
Molte le domande arrivate dalla platea dei lavoratori, alcune legate alla stretta attualità dei video dossieraggi. “Attenzione- ha risposto il presidente Calleri- l’azione di dossieraggio è una pratica molto diffusa e spesso viene fatta per suscitare scalpore, per delegittimare, per alzare polveroni. La storia insegna che non esiste una divisione netta tra buoni e cattivi, i primi tutti da una parte e i secondi tutti da un'altra. Ripeto: in questi momenti serve razionalità e freddezza, perché mafiosi e corrotti sono molto abili ad approfittare dei vuoti di potere e inscenare finti cambiamenti”.
Comunicato stampa Csu
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