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Carte clonate: Sportello Consumatori e Asdico chiedono controlli alle banche

4 dic 2006
Sono un centinaio i cittadini truffati
Sono un centinaio i cittadini truffati
Sono oltre cento i sammarinesi che hanno subito la clonazione dei propri bancomat e si sono visti addebitare spese mai sostenute. La conferma arriva dallo Sportello Consumatori della Csdl. Al momento, però, sono solo un paio le denunce presentate alla Gendarmeria, ma questo "perché - spiegano dalla Confederazione del Lavoro - per presentare l’esposto è necessario avere una lista dei movimenti del proprio conto corrente, relativi agli ultimi giorni, e dimostrare così la clonazione della propria carta di credito o del bancomat". Ed è per non aggiungere la beffa all’inganno che lo Sportello dei Consumatori ha chiesto alle banche – dopo la denuncia e il riscontro dell’avvenuta clonazione – di risarcire i risparmiatori degli ammanchi subiti. Questo per evitare che i sammarinesi già truffati non debbano attendere tempi lunghi per ottenere il risarcimento delle somme sottratte. Anche l'associazione dei consumatori Asdico è a disposizione degli utenti che temono di essere stati vittima di clonazione di una carta elettronica per il pagamento. Intanto, per venire a capo della situazione, è stato chiesto alla Banca Centrale e a tutte le banche coinvolte nella vicenda, di attivare controlli e indagini.
Per clonare una carta di credito serve, infatti, la complicità di qualcuno che ne copia i codici, con una apposita strumentazione, al momento del pagamento. Per clonare i bancomat invece solitamente si utilizzano tastiere che vengono poste su quella del terminale e una telecamera per leggere il codice. Ma esiste anche un moto tutto nuovo per clonare le carte di credito di ignari utenti: utilizzare la tecnologia Bluetooh. Lo ha scoperto la polizia italiana dopo avere arrestato una banda di ladri rumeni che, durante la notte, si intrufolava in supermercati, negozi, distributori di benzina ed installava un lettore Bluetooth nei lettori di carte di credito presenti negli esercizi commerciali. Nei giorni successici i malviventi si appostavano fuori dal negozio "visitato" di notte e, proprio grazie alla trasmissione garantita dal Bluetooth, acquisivano i dati di quei clienti che pagavano attraverso la carta di credito. Informazioni che venivano poi riutilizzate per programmare nuove carte di credito (fasulle) ed effettuare acquisti sia in Italia che all'estero.

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