“Siamo sempre stati estremamente chiari sul casinò”, attacca Marco Arzilli presidente dell’Unione commercianti “vogliamo che sia di proprietà dello stato, a gestione privatistica ma affidata ad una società a larga maggioranza pubblica. Inoltre, chiunque venga in Repubblica, società italiana o straniera, dovrebbe impegnarsi a fornire tutto il know how necessario tramite accordo di partnership”. L’Usc mostra rammarico per non aver mai potuto confrontarsi col Governo sul loro progetto, che considerano decisamente fattibile. “L’unico atto al quale abbiamo assistito – rincara il presidente Arzilli – è stato l’attacco al nostro consulente, al quale avevamo commissionato una perizia tecnica sulle macchinette nella sala bingo e keno. Il Governo non è entrato nei contenuti e non ha commissionato alcuna controperizia – aggiunge – limitandosi a dire che il nostro consulente aveva problemi giudiziari. Oggi completiamo la nostra iniziativa”, annuncia, illustrando i risultati di una nuova perizia commissionata a Marco Calvi, slot manager da 15 anni presso il casinò di San Remo, la cui perizia ha inequivocabilmente confermato come le macchine del keno non possano rientrare nel concetto di intrattenimento. “Il gioco d’azzardo dunque lo abbiamo già – rincara Arzilli – e in un sito Internet dell’associazione nazionale Sapar, apparecchi per pubbliche attrazioni ricreative, portano ad esempio il bingo di San Marino per il gioco d’azzardo”. L’Usc afferma infine di diffidare di ogni proposta che riguardi mega alberghi e centri benessere, visti i precedenti, ricorda Arzilli rammentando la vicenda di Murata e della società di Singapore. L’Unione commercianti chiede chiarezza “sperando – conclude – di poterci finalmente confrontare col governo”.
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