“Ci aspettavamo di più; tutti gli indicatori a nostra disposizione ci parlano di un forte rallentamento dell'economia interna, se non di una persistente recessione. Temo che per vedere qualche spiraglio di luce occorra attendere fine anno”. Non è neppure uno dei più pessimisti Carlo Giorgi, tra i rappresentanti delle categorie economiche. Il segretario generale dell'ANIS si augura poi che i 600 nuovi posti di lavoro annunciati dal Governo siano reali, perchè le ricadute benefiche – in termini ad esempio di aumento dei consumi interni e risparmio sugli ammortizzatori sociali – sarebbero importanti”. Auspicio condiviso dal Presidente di Osla. “Purtroppo – afferma Mirko Dolcini – per questo Autunno non vediamo segnali realistici di ripresa. Di imprenditori interessati al Titano ce ne sono – abbiamo avuto diversi contatti – ma da qui ad investire in concreto in Repubblica ce ne passa”. Secondo Dolcini una ripresa è ipotizzabile non prima della fine del 2015. “Restiamo in attesa di vedere realizzate le promesse del Governo sull'attivazione dei grandi eventi – dice Emanuele D'Amelio, di Usot -. Dobbiamo essere fiduciosi, ma la realtà è che a novembre chiuderà una grossa struttura alberghiera e altre potrebbero chiedere l'attivazione della cassa integrazione”. Delusa anche Loretta Menicucci. “La riforma tributaria – afferma il Presidente di UNAS – comporterà burocrazia aggiuntiva per le imprese; un aggravio economico è poi connesso all'introduzione dell'IGC e alla smac. La nostra è una microeconomia, non abbiamo molte opportunità”. Non vede segnali di ripresa neppure Carlo Lonfernini. “Alla luce di ciò che riferiscono i colleghi - sostiene il Presidente di USC – è difficile parlare di uscita dalla crisi, anche alla luce delle norme sulla certificazione dei ricavi e la smac obbligatoria. Se ne riparlerà all'inizio del prossimo anno”
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