Grandi manovre in corso sulla politica finanziaria a livello globale per contrastare la deriva inflattiva. La Banca Centrale Russa oggi ha ritoccato il tasso di riferimento portandolo dal 13 al 15%. La Federal Reserve americana assumerà una decisione tra il 31 ottobre e il primo novembre, dopo la conferma del 5,25/5,50% di un mese fa mentre solo ieri la Banca Centrale Europea ha scelto di congelare per ora il tasso lasciandolo al 4,5%. “Gli operatori – commenta la Presidente della Banca Centrale di San Marino Catia Tomasetti – si aspettavano questa scelta. Forse in parte ce lo auguravamo, perché dopo 1o rialzi consecutivi una pausa era auspicabile, per valutare l'effetto dei rialzi continui sull'economia”.
Pur in assenza di un rialzo, il tasso al 4,5% confermato dalla Bce è il più alto dall'ottobre del 2000 e l'incremento in poco più di un anno è stato senza precedenti visto che a luglio 2022 si attestava allo 0,5%. Quali i riflessi per la realtà sammarinese? “ Sulla nostra economia – risponde Tomasetti – ha l'impatto che ha su tutte le altre e cioè limitare per talune famiglie l'accesso al credito. Sicuramente ci possiamo aspettare un rallentamento di alcuni settori, come l'immobiliare. Detto ciò, San Marino è un paese molto particolare e quindi anche 'anomalo' nella reazione a queste misure, tant'è che come riferisce il Report del Fondo Monetario, l'economia sammarinese, nonostante l'inflazione, è andata molto meglio rispetto a quella di altri Paesi”.