Dopo lo scontro in Consiglio, il dibattito sull'aumento dei dipartimenti approda in Commissione Interni. Il segretario competente, Andrea Belluzzi, illustra gli obiettivi, con riferimento al relativo decreto delegato. La necessità, afferma, è creare una struttura dipartimentale minima per ogni Segreteria di Stato. Si passerà dagli otto dipartimenti più uno, considerando anche la Direzione generale della Funzione pubblica, a 11. Alcuni, finora accorpati, saranno divisi. Alla base, garantisce Belluzzi, la sostenibilità del progetto.
Le strutture saranno “minimali – aggiunge – attingendo alla mobilità interna”. I distacchi “cesseranno” e gli staff saranno fissi. Si avranno poi figure di riferimento per lavorare ai progetti normativi. Il costo sulla pubblica amministrazione, prosegue il segretario, “sarà zero o prossimo allo zero”.
Ma le opposizioni non nascondono perplessità e aspettano il Governo al varco. Per Rete è improbabile che si taglino i costi aggiungendo dipartimenti. Si accoda Repubblica Futura che intende verificare il possibile aumento dei costi sulla carta. Dalla maggioranza, il Psd difende la misura, parlando della necessità delle Segreterie di strutture per mettere in atto direttive e linee politiche. Per la Dc, visto l'Accordo di associazione, una riduzione dei costi sarà difficile. Ma allo stesso tempo invita ad adoperarsi per una “razionalizzazione” dell'intero sistema pubblico. Belluzzi esorta a riflettere proprio sulla riorganizzazione, in presenza dell'Accordo con Bruxelles, e porta alcuni esempi, tra i quali Andorra che ha investito in un gruppo di 40 addetti per trattare il dossier europeo.