Troppe le urgenze senza risposta. La Confederazione Democratica dei Lavoratori lamenta ritardi e contesta l’esecutivo, minacciando il ricorso alla mobilitazione. Tariffe, pensioni, ammortizzatori sociali, riforma della pubblica amministrazione, per l’organizzazione sindacale la lista dei problemi è lunga e gli atti concreti pochi. C’è una situazione di stallo inaccettabile e il ricorso alla cosiddetta concertazione è pressoché nullo, ridotto il dialogo sociale. La prima contestazione riguarda la politica tariffaria. Nonostante le firme raccolte e l’annunciata disponibilità ad un confronto, nessun incontro è stato convocato e non ci sono segnali interlocutori neppure sull’ultima tranche di aumento prevista per il mese di luglio. Sulle pensioni – lamenta la CDLS – ci cono forti rallentamenti e le speranze ci soluzioni ravvicinate, favorite dalla prima serie di incontri, sembrano sfumate sia per un testo unico e sia per la ripresa della contrattazione sul secondo pilastro.
Anche gli ammortizzatori sociali in favore delle famiglie sono al palo e da due anni – dichiara la Confederazione Democratica – siamo in attesa di essere convocati per discutere dell’auspicato provvedimento legislativo in materia, che possa estendere questo strumento a tutta la collettività. Poi ci sono le questioni delle mense e degli asili nido e, ancora, la riforma della Pubblica Amministrazione. Respingiamo con forza il metodo – afferma la CDLS – che ha visto prima la presentazione in Consiglio Grande e Generale delle linee di indirizzo e solo successivamente il confronto con il sindacato. Si cerca di evitare la concertazione – aggiunge – ma la riforma della PA deve vedere la collaborazione dei lavoratori interessati e non può essere attuata con colpi di mano che producono solo incertezze e disuguaglianze. Il conflitto sociale insomma rischia di inasprirsi e la CDLS si prepara alla mobilitazione.
Anche gli ammortizzatori sociali in favore delle famiglie sono al palo e da due anni – dichiara la Confederazione Democratica – siamo in attesa di essere convocati per discutere dell’auspicato provvedimento legislativo in materia, che possa estendere questo strumento a tutta la collettività. Poi ci sono le questioni delle mense e degli asili nido e, ancora, la riforma della Pubblica Amministrazione. Respingiamo con forza il metodo – afferma la CDLS – che ha visto prima la presentazione in Consiglio Grande e Generale delle linee di indirizzo e solo successivamente il confronto con il sindacato. Si cerca di evitare la concertazione – aggiunge – ma la riforma della PA deve vedere la collaborazione dei lavoratori interessati e non può essere attuata con colpi di mano che producono solo incertezze e disuguaglianze. Il conflitto sociale insomma rischia di inasprirsi e la CDLS si prepara alla mobilitazione.
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