La CSU, unitamente ai dipendenti, ha incontrato una delegazione di Governo sull'attuale situazione dell'Azienda Autonoma di Stato Centrale del latte.
Alla delegazione governativa, composta dal Segretario per il Territorio Antonella Mularoni, competente per delega, e dai Segretari per l'Industria Marco Arzilli e per il Lavoro Iro Belluzzi, sono state chieste in primo luogo informazioni sulla prescrizione di inagibilità dello stabilimento, di cui il Governo è a conoscenza già da luglio, e sullo stato dell'arte del bando pubblico di privatizzazione dell'Azienda emesso la scorsa settimana.
Data l'assenza, nei mesi trascorsi tra le due date, di un seppur minimo coinvolgimento sul proprio futuro di quanti attualmente conducono l'azienda, vincolando - dopo quattro mesi - al provvedimento di inagibilità dello stabile l'emanazione di un bando di privatizzazione con tempi strettissimi, siamo ad affermare quanto segue.
La Centrale del latte è la prima azienda Autonoma istituita dallo Stato, che da 40 anni fornisce giornalmente un servizio insostituibile alla popolazione e all'agricoltura.
In tutti questi anni l'azienda si è sempre auto-sostenuta, onorando tutti gli impegni contrattuali con fornitori e clienti ed investendo gli utili generali per portare avanti e migliorare la produzione e il servizio.
Ha sempre autonomamente pagato stipendi e contributi dei propri dipendenti e collaboratori, tutto questo senza gravare sul bilancio dello Stato.
La politica, dopo anni di indifferenza verso la struttura, che culminano oggi nell'imposizione di chiusura dello stabile, ha optato per una privatizzazione lampo che non pone vincoli occupazionali all'eventuale soggetto acquirente, e quindi non tutela i lavoratori chiamati a continuare l'attività, tanto meno quelli che saranno giudicati in esubero. La CSU afferma fin d'ora di non accettare che i costi conseguenti alle scelte che verranno fatte gravino sulle spalle dei dipendenti.
Alla delegazione governativa, composta dal Segretario per il Territorio Antonella Mularoni, competente per delega, e dai Segretari per l'Industria Marco Arzilli e per il Lavoro Iro Belluzzi, sono state chieste in primo luogo informazioni sulla prescrizione di inagibilità dello stabilimento, di cui il Governo è a conoscenza già da luglio, e sullo stato dell'arte del bando pubblico di privatizzazione dell'Azienda emesso la scorsa settimana.
Data l'assenza, nei mesi trascorsi tra le due date, di un seppur minimo coinvolgimento sul proprio futuro di quanti attualmente conducono l'azienda, vincolando - dopo quattro mesi - al provvedimento di inagibilità dello stabile l'emanazione di un bando di privatizzazione con tempi strettissimi, siamo ad affermare quanto segue.
La Centrale del latte è la prima azienda Autonoma istituita dallo Stato, che da 40 anni fornisce giornalmente un servizio insostituibile alla popolazione e all'agricoltura.
In tutti questi anni l'azienda si è sempre auto-sostenuta, onorando tutti gli impegni contrattuali con fornitori e clienti ed investendo gli utili generali per portare avanti e migliorare la produzione e il servizio.
Ha sempre autonomamente pagato stipendi e contributi dei propri dipendenti e collaboratori, tutto questo senza gravare sul bilancio dello Stato.
La politica, dopo anni di indifferenza verso la struttura, che culminano oggi nell'imposizione di chiusura dello stabile, ha optato per una privatizzazione lampo che non pone vincoli occupazionali all'eventuale soggetto acquirente, e quindi non tutela i lavoratori chiamati a continuare l'attività, tanto meno quelli che saranno giudicati in esubero. La CSU afferma fin d'ora di non accettare che i costi conseguenti alle scelte che verranno fatte gravino sulle spalle dei dipendenti.
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