Le vetrine. Sembra essere questo lo scoglio insormontabile al momento. Secondo i commerciati restano uno strumento indispensabile: carpiscono l’attenzione del passante, un mezzo promozionale che consente un legame diretto tra offerta del prodotto e vendita.
“Abbiamo accettato di buon grado questo piano – dice un diretto interessato, Gino Giovagnoli – ma le vetrine rappresentano per noi la vita. Vogliamo difendere le nostre attività”. Ben venga la riqualificazione del centro ma non a questo prezzo.
I commercianti di altre realtà quali Gubbio e San Giminiano, contattati, hanno detto che metà delle attività hanno chiuso, dopo la sostituzione delle vetrine con pannelli.
“Perché non trovare un compromesso – prosegue Giovagnoli –. Siamo disposti a rivederle e cambiarle, ma non eliminarle”. E poi c’è il discorso serrande, la cui eliminazione farebbe venire meno la sicurezza. Infine la richiesta di una nuova segnaletica.
Intanto gli oltre 400 esercenti del centro stanno raccogliendo le firme che porteranno all’attenzione delle tre associazioni di categoria a sostegno della loro battaglia. E pensano a iniziative di rottura: boicottare la notte rosa chiudendo gli esercizi e ponendo cartellini protesta sulle discusse vetrine, oppure protestare in Piazza della Libertà.
A Osla, Usot e Usc il compito non facile di mediare rilanciando anche altre richieste sul tavolo dell’esecutivo: risposte sul completamento e la tempistica dei lavori; controllo sugli aumenti ingiustificati degli affitti per chi non è proprietario dell’immobile; una specifica offerta turistica e commerciale; investimenti nelle infrastrutture; limitazione degli accessi al centro; costante attività di controllo sulle attività.
“Abbiamo accettato di buon grado questo piano – dice un diretto interessato, Gino Giovagnoli – ma le vetrine rappresentano per noi la vita. Vogliamo difendere le nostre attività”. Ben venga la riqualificazione del centro ma non a questo prezzo.
I commercianti di altre realtà quali Gubbio e San Giminiano, contattati, hanno detto che metà delle attività hanno chiuso, dopo la sostituzione delle vetrine con pannelli.
“Perché non trovare un compromesso – prosegue Giovagnoli –. Siamo disposti a rivederle e cambiarle, ma non eliminarle”. E poi c’è il discorso serrande, la cui eliminazione farebbe venire meno la sicurezza. Infine la richiesta di una nuova segnaletica.
Intanto gli oltre 400 esercenti del centro stanno raccogliendo le firme che porteranno all’attenzione delle tre associazioni di categoria a sostegno della loro battaglia. E pensano a iniziative di rottura: boicottare la notte rosa chiudendo gli esercizi e ponendo cartellini protesta sulle discusse vetrine, oppure protestare in Piazza della Libertà.
A Osla, Usot e Usc il compito non facile di mediare rilanciando anche altre richieste sul tavolo dell’esecutivo: risposte sul completamento e la tempistica dei lavori; controllo sugli aumenti ingiustificati degli affitti per chi non è proprietario dell’immobile; una specifica offerta turistica e commerciale; investimenti nelle infrastrutture; limitazione degli accessi al centro; costante attività di controllo sulle attività.
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