Mette subito le cose in chiaro il neo presidente di Banca Centrale, Renato Clarizia, insediatosi alla guida dell’organismo di vigilanza poco dopo la sua nomina. “Autonomia - aggiunge - non significa però solitudine”. Nel senso che la politica deve svolgere il proprio compito, la magistratura il suo, la vigilanza quello che le compete; senza nessuna intromissione dell’uno nel campo dell’altro. “Tutti però - aggiunge - devono collaborare”. Sul ruolo di Banca Centrale ha le idee chiare: autorevole e rafforzata nella sua azione di vigilanza e di controllo. “Chi fa l’arbitro deve saper estrarre il cartellino giallo e qualche volta anche quello rosso”. Docente alla facoltà di Giurisprudenza di Urbino per 15 anni, Clarizia conosce bene questo territorio, le sue peculiarità, le sue potenzialità. Ritiene che l’immagine di San Marino sia stata spesso rappresentata in maniera non veritiera oltre confine, sottolinea il percorso di trasparenza già avviato, evidenzia come il sistema finanziario e del credito possa vantare professionalità di alto profilo. Degli scontri parlamentari per la sua elezione non vuole parlare: “sono questioni che riguardano la politica e non me”, dichiara. Con Banca d’Italia e con il Ministero italiano dell’Economia intende prendere subito contatto, nell’intento di fugare quelli che ritiene fraintendimenti. Con via Nazionale già il dialogo è aperto “e presto – aggiunge il direttore, Mario Giannini – auspichiamo di arrivare alla sottoscrizione di intese fino all’atteso memorandum”. Nel video l'intervista a Renato Clarizia
>> La nomina di Clarizia apre un conflitto politico ed istituzionale durissimo all’interno del Consiglio
Sergio Barducci
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