Dopo l’amarezza espressa dal Consiglio sindacale interregionale, arriva anche il comitato frontalieri a ribadire tutto il proprio disagio per la tassa confermata nel 2012. E’ un Natale amaro quello dei frontalieri. Per il comitato, “fra la politica e la vita reale dei cittadini si è creato da tempo un solco e per i frontalieri, cittadini di nessuno – aggiunge – questo solco è ancora più profondo”. A suscitare nuova indignazione è stata la conferma dell’articolo 56 anche nella finanziaria 2012, che lascia inalterata la tassa definita etnica, e discriminante. “Lo sgravio fiscale – dice il comitato, replicando così al segretario di Stato al Lavoro – previsto per i redditi inferiori a 25mila euro, è un provvedimento improvvisato, malfatto e del tutto insufficiente, oltre che lesivo della dignità di tutti i lavoratori frontalieri. E se il buongiorno si vede dal mattino – continua il comitato – non osiamo pensare alle sorprese che ci potrebbe riservare la riforma tributaria. E’ stato promesso più volte che verrà parificato il trattamento dei lavoratori, ma nessuno ci ha mai rassicurato sul fatto che i meccanismi di detrazione e deduzione eliminino effettivamente la disparità di trattamento. Finora da questo governo – conclude – solo proclami e promesse non mantenute, adesso vogliamo i fatti”. Nemmeno dall’Italia tra l’altro arrivano buone notizie, poiché nonostante l’impegno dei parlamentari che sostengono i lavoratori d’oltre confine, non c’è traccia della franchigia nel decreto cosiddetto “milleproroghe”. “Abbiamo ricevuto ampie rassicurazioni – fa sapere il comitato – sul fatto che passeranno gli emendamenti, ma onestamente rimane la nostra apprensione e il nostro scetticismo”.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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