E’ una relazione severa e critica quella del Presidente dell’Anis, Paolo Rondelli, per l’assemblea generale che celebra i 65 anni dalla nascita dell’associazione degli industriali sammarinesi. E’ piuttosto provato, Rondelli, appena uscito dalla assemblea ristretta dei soci, un momento di confronto serrato e piuttosto animato, secondo le indiscrezioni, avvenuto a porte chiuse. Gli industriali sono arrabbiati, preoccupati, stanchi di una situazione alla quale non vedono uno sbocco a breve termine. Chiamano in causa la politica, i sindacati, ricordano le pressioni fatte nei mesi scorsi: “non vi abbiamo dato tregua – dice Rondelli – ci siamo rifiutati di seguirvi su vecchie politiche o relazioni svilite dalle battaglie per il potere. Oggi – aggiunge – sono a tutti chiare le ragioni del nostro atteggiamento”. Il presidente dell’Anis dice chiaramente che gli industriali sono stanchi: stanchi di sentire parlare del proprio paese come il paradiso dei malfattori, stanchi di perdere fette di mercato, posizioni di competitività. “Il tempo è scaduto”, dice Rondelli. Certo il rapporto con l’Italia è un nodo fondamentale da sciogliere, ma non è l’unico. Servono risposte per i conti dello Stato, si deve completare la riforma delle pensioni, metter in campo una “controriforma” del mercato del lavoro, dare vita ad un pacchetto competitività. “Vogliamo liberarci dei troppi anacronismi – dice il Presidente dal podio - cambiare passo è obbligatorio”. Alla politica chiedono di fare un passo indietro, di abbandonare la gestione diretta e personale dell’amministrazione, di operare in una prospettiva più alta e di più ampio respiro. A tutti rivolgono l’invito ad unire le forze, a ricercare le convergenze per le soluzioni abbandonando schieramenti e schermaglie politiche. Nel video l'intervista a Paolo Rondelli (Presidente Anis)
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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