Sono state 130 le attività industriali romagnole a vario livello danneggiate dall'alluvione che si è abbattuta sull'Emilia-Romagna lo scorso maggio "con oltre 200 milioni di danni subiti". E' quanto emerge da una ricognizione compiuta da Confindustria Romagna tra le 900 aziende associate in occasione della consueta indagine semestrale condotta dal suo Centro Studi secondo cui il sistema industriale romagnolo "ha mostrato di sapersi riprendere con prontezza dai danni e ora chiede la defiscalizzazione delle liberalità riconosciute ai dipendenti alluvionati, ristori e sospensione delle scadenze tributarie".
Si tratta, osserva in una nota il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi, delle "medesime richieste che il presidente Bonomi ha lanciato dal palco della nostra assemblea generale a Rimini, due settimane fa: ora speriamo che con la struttura commissariale al lavoro ci siano riscontri tempestivi". Anche perché, argomenta ancora, "non dimentichiamoci che oltre ai danni diretti e più visibili, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, sono numerosi anche quelli indiretti: interruzione delle catene di fornitura, perdite di ordinativi da parte clienti, fermo produttivo e carenza di personale". Nonostante queste difficoltà, per la maggior parte degli intervistati nell'indagine i tempi di ripresa stimati sono piuttosto celeri: per il 9% dei danneggiati sono previsti 3 mesi, mentre il 21% prevede un mese.