Lo scudo fiscale ha avuto il suo peso, coi 5 miliardi circa che ha drenato dagli istituti bancari sammarinesi. Se si aggiunge anche l’incerto quadro entro il quale il sistema si trova ad operare, con l’Italia che da’ evidenti segni di sfiducia per bocca di Tremonti, ecco che la situazione appare plumbea. Il direttore di Banca di San Marino, Vincenzo Tagliaferro, prova a fare il punto della situazione: “Complessivamente – dice – il sistema ha perso il 35% della raccolta, che certo non si tradurrà automaticamente in una percentuale analoga di riduzione del gettito nelle casse dello Stato, ma un 20-25% in meno potrebbe starci tutto. Ad oggi – continua – la raccolta totale non arriva ai 9 miliardi di euro”. Prima dello scudo infatti, si parlava di almeno 14,5 miliardi.
E c’è un’altra spada di Damocle che pende sulla testa delle banche: il decreto incentivi, che all’articolo 36 lascia più di un dubbio riguardo i rimpatri giuridici. Se per San Marino dovesse essere confermata la super black list infatti, pare che le fiduciarie italiane, che oggi detengono rapporti con le banche sammarinesi e custodiscono titoli o attività di clienti italiani che hanno optato per il rimpatrio giuridico, non potranno più avere rapporti continuativi con gli istituti del Titano, che dunque dovrebbero restituire all’Italia anche quei soldi: si parla di almeno 5-600 milioni. “Il direttore infine risponde a Tremonti sull’evasione: “Noi gli evasori in Italia non siamo andati a prenderli con la forza. C’è qualcuno che si dovrebbe preoccupare in primis di bloccarli. Dal canto nostro, stiamo facendo di tutto”.
Francesca Biliotti
E c’è un’altra spada di Damocle che pende sulla testa delle banche: il decreto incentivi, che all’articolo 36 lascia più di un dubbio riguardo i rimpatri giuridici. Se per San Marino dovesse essere confermata la super black list infatti, pare che le fiduciarie italiane, che oggi detengono rapporti con le banche sammarinesi e custodiscono titoli o attività di clienti italiani che hanno optato per il rimpatrio giuridico, non potranno più avere rapporti continuativi con gli istituti del Titano, che dunque dovrebbero restituire all’Italia anche quei soldi: si parla di almeno 5-600 milioni. “Il direttore infine risponde a Tremonti sull’evasione: “Noi gli evasori in Italia non siamo andati a prenderli con la forza. C’è qualcuno che si dovrebbe preoccupare in primis di bloccarli. Dal canto nostro, stiamo facendo di tutto”.
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