Visioni divergenti quelle di sindacati e associazioni di categoria sul programma economico del governo per il 2005. Mentre gli imprenditori apprezzano l’impostazione e i primi passi compiuti in direzione dello sviluppo, e anzi chiedono di accelerare i tempi, le organizzazioni dei lavoratori esprimono riserve e perplessità. Il governo ha illustrato i primi passi compiuti, come la riduzione dell’imposizione fiscale per le aziende, le agevolazioni relative ai beni immateriali, il decreto con il quale si è ridotta l’aliquota sulle importazioni per gli interventi edili sugli immobili d’impresa.
L’intendimento – hanno spiegato i segretari di stato – è quello di incentivare l’impresa. Sottolineata anche la volontà di riequilibrare l’utilizzo delle risorse pubbliche, riducendo gradualmente la spesa corrente per liberare capitali in favore degli investimenti. Vanno bene – dichiarano i sindacati – gli incentivi annunciati in favore delle imprese, ma leggiamo poca socialità nel progetto dell’esecutivo. Le analisi le abbiamo fatte – sostengono invece gli operatori economici – le riforme da fare sono state individuate, adesso è ora di agire, di passare dalle enunciazioni ai fatti. Serve un’agenda precisa che di qui a fine anno fissi tutti gli appuntamenti utili alla realizzazione dei provvedimenti individuati. Il nostro – commentano le organizzazioni dei lavoratori – è un giudizio negativo. E’ un programma economico tutto concentrato sull’impresa che no dice nulla su equità fiscale, difesa dei redditi, potenziamento dello stato sociale, diritti dei lavoratori e tutela dei cittadini più deboli. A fianco degli interventi per rilanciare l’impresa – aggiunge la CSU – devono essere messe in atto anche azioni di controllo fiscale, per chiamare tutti i soggetti a contribuire secondo le proprie reali capacità di reddito.
L’intendimento – hanno spiegato i segretari di stato – è quello di incentivare l’impresa. Sottolineata anche la volontà di riequilibrare l’utilizzo delle risorse pubbliche, riducendo gradualmente la spesa corrente per liberare capitali in favore degli investimenti. Vanno bene – dichiarano i sindacati – gli incentivi annunciati in favore delle imprese, ma leggiamo poca socialità nel progetto dell’esecutivo. Le analisi le abbiamo fatte – sostengono invece gli operatori economici – le riforme da fare sono state individuate, adesso è ora di agire, di passare dalle enunciazioni ai fatti. Serve un’agenda precisa che di qui a fine anno fissi tutti gli appuntamenti utili alla realizzazione dei provvedimenti individuati. Il nostro – commentano le organizzazioni dei lavoratori – è un giudizio negativo. E’ un programma economico tutto concentrato sull’impresa che no dice nulla su equità fiscale, difesa dei redditi, potenziamento dello stato sociale, diritti dei lavoratori e tutela dei cittadini più deboli. A fianco degli interventi per rilanciare l’impresa – aggiunge la CSU – devono essere messe in atto anche azioni di controllo fiscale, per chiamare tutti i soggetti a contribuire secondo le proprie reali capacità di reddito.
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