E’ durato un’intera mattinata il secondo interrogatorio di Valter Vendemini: presente il titolare delle indagini Rita Vannucci, accompagnata dalle autorità di polizia sammarinese e, soprattutto, dal sostituto procuratore presso la Dda di Catanzaro Salvatore Curcio. Un colloquio sofferto, nel corso del quale l’ex direttore del Credito sammarinese ha cercato di ricordare i fatti e le date che lo hanno legato a Vincenzo Barbieri, affiliato alla ‘ndrangheta e ucciso a marzo in un agguato nel vibonese, in Calabria. Aveva almeno due conti al Credito Sammarinese, si parla di almeno 1 milione e 300mila euro depositati, oltre ad una serie di documenti poi finiti sotto sequestro. Vendemini non sarebbe stato preciso nella ricostruzione: “Non per reticenza – dice il suo difensore Pier Luigi Bacciocchi – è che le indagini sono due, quella sammarinese è più semplice da chiarire, quella italiana più macchinosa e non ne conosciamo gli atti”. Al momento il reato contestato è riciclaggio, ma l’oggetto della contestazione è in itinere, e non si escludono nuovi indagati, anche eccellenti, all’interno della stessa banca, che nel frattempo ha riaperto gli sportelli. Una banca in condizioni certo non floride, quella che ha prestato il fianco all’infiltrazione ‘ndranghetista: in quest’ottica si può forse comprendere perché i soldi di Barbieri non furono rifiutati, nonostante fosse emerso un suo vecchio precedente, per fatti di droga, del 2007, che pure non ha interrotto il rapporto bancario. Ancora niente scarcerazione per Vendemini, lunedì si farà di nuovo il punto della situazione e forse, in quel frangente, i suoi avvocati avanzeranno formale richiesta per farlo uscire.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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