E' tempo di bilanci per la Csu. Ad un mese dalla fine dell'anno i numeri della crisi ci raccontano una San Marino ancora dentro al tunnel. Abbiamo addirittura superato la media annuale di licenziamenti: chiuderemo il 2015 sopra i 600. 211 le aziende che hanno aperto le procedure di mobilità. A qualcuna è andata peggio ed è fallita, come l'outlet di Rovereta e la Titan Saces.
Dalle liquidazioni del fondo servizi sociali risulta che dal 2006 al 2012 una cinquantina di aziende non ha versato il salario a circa 200 lavoratori. Si parla di due milioni di euro di stipendi non corrisposti. Quest'anno in oltre 200 si sono rivolti alla Csu per attivare le procedure per il recupero crediti. C'è anche il dramma sociale dei disoccupati di lunga data: per lo più donne, persone con più di cinquant'anni e giovani che non trovano un impiego in linea con il titolo di studio. I laureati che si accontentano di un lavoro qualsiasi pur di lavorare rischiano di vedere vanificati anni di sforzi. “Perché – fa notare Enzo Merlini della Csdl – una laurea inutilizzata per cinque anni perde il suo valore. E' come non averla”. I conti in tasca della Csu alla crisi non sono finiti. Dal 2009 ad ottobre del 2015 ci sono state 1.547 vertenze per 4.174 lavoratori, di cui circa 1.700 donne. Se nei primi anni i maggiori licenziamenti riguardavano le attività industriali, negli ultimi due sono cadute in ginocchio i settori edilizio, servizi e commercio. Basta guardare al percorso dell'inflazione per capirne le ragioni: siamo passati dal 3,3% del 2012 allo 0,1% di quest'anno. Segnale inequivocabile di un mercato fermo.
Dalle liquidazioni del fondo servizi sociali risulta che dal 2006 al 2012 una cinquantina di aziende non ha versato il salario a circa 200 lavoratori. Si parla di due milioni di euro di stipendi non corrisposti. Quest'anno in oltre 200 si sono rivolti alla Csu per attivare le procedure per il recupero crediti. C'è anche il dramma sociale dei disoccupati di lunga data: per lo più donne, persone con più di cinquant'anni e giovani che non trovano un impiego in linea con il titolo di studio. I laureati che si accontentano di un lavoro qualsiasi pur di lavorare rischiano di vedere vanificati anni di sforzi. “Perché – fa notare Enzo Merlini della Csdl – una laurea inutilizzata per cinque anni perde il suo valore. E' come non averla”. I conti in tasca della Csu alla crisi non sono finiti. Dal 2009 ad ottobre del 2015 ci sono state 1.547 vertenze per 4.174 lavoratori, di cui circa 1.700 donne. Se nei primi anni i maggiori licenziamenti riguardavano le attività industriali, negli ultimi due sono cadute in ginocchio i settori edilizio, servizi e commercio. Basta guardare al percorso dell'inflazione per capirne le ragioni: siamo passati dal 3,3% del 2012 allo 0,1% di quest'anno. Segnale inequivocabile di un mercato fermo.
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