José Manuel Barroso ha parlato al Comitato Esecutivo della Confederazione Europea dei Sindacati. Presenti Gilberto Piermattei (CSdL) e Mirco Battazza (CDLS). Nel 2013 proseguiranno in tutta Europa le iniziative dei sindacati contro l’austerità
Ha sostanzialmente deluso le attese l’intervento del presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ai lavori del Comitato Esecutivo della Confederazione Europea dei Sindacati. Alla riunione hanno partecipato Gilberto Piermattei, Vice Segretario CSdL, e Mirco Battazza, Segretario Generale Aggiunto CDLS.
Barroso ha attribuito la responsabilità delle politiche di austerity che soffocano l’Europa esclusivamente ai comportamenti dei Governi dei singoli stati, che non hanno adottato politiche rigorose di bilancio e hanno dissipato grandi risorse anche a causa della corruzione. Anziché tutelare le condizioni dei cittadini, la Commissione Europa ha adottato politiche restrittive e recessive, che hanno impoverito le popolazioni, fatto aumentare la disoccupazione e ridotto lo stato sociale, preoccupandosi unicamente delle condizioni dei bilanci pubblici e ponendo condizioni severissime per il loro ripianamento. La Grecia, ad esempio, per rispettare gli impegni per ripianare il debito, nel 2013 dovrebbe aumentare il proprio PIL del 16%, ma evidente ciò è pura utopia. Stessa sorte è destinata a colpire altri Stati in difficoltà, come l’Irlanda e i paesi del sud Europa
Di fronte al dramma della disoccupazione giovanile, c’è un progetto della Commissione Europea per recuperare 500mila posti di lavoro, quando i giovani disoccupati europei sono ben 5.700.000; è una misura del tutto insufficiente rispetto alla grandezza del problema, che pone più di una generazione ai margini della vita sociale. Serve molto più coraggio e iniziativa.
Ciò è anche aggravato dal fatto che le politiche europee hanno allungato l’età pensionabile, non permettendo il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro. L’unico aspetto positivo emerso nelle politiche europee, è la possibilità per i giovani, una volta terminati gli studi, di usufruire - dopo quattro mesi di inattività - di un periodo ulteriore di formazione o riqualificazione finanziato dalla UE (un ammortizzatore sociale per i giovani). Al contempo va ricordata la difficilissima ricollocazione dei lavoratori in età avanzata espulsi dai processi produttivi; rispetto a tale problematica, non vi è nessuna iniziativa adeguata.
Barroso ha dichiarato che nel 2013 in Europa ci si attende primi segnali di ripresa, ma i rappresenti dei sindacati europei hanno tracciato uno scenario più realistico, ribadendo che con queste misure la crisi non accennerà a diminuire neanche nei prossimi anni, con ulteriore disoccupazione e difficoltà economiche per i lavoratori e i pensionati. Di ciò, Barroso ha dovuto prendere atto, rettificando quanto precedentemente affermato.
La CES ribadisce alla Commissione dell’Unione Europea che bisogna cambiare completamente strada: basta con le misure che strangolano i cittadini, mentre si sono salvate le banche e i mercati finanziari. La UE deve spingere i Governi europei ad assumere politiche di sviluppo e di equità, mettendo precise regole e limiti ai mercati finanziari che sono ancora padroni dell’economia, e spingendo le banche a fornire un apporto allo sviluppo finanziando le imprese sane e il lavoro. Tanto più ora che le stesse banche europee beneficiano di un minor costo del denaro e quindi hanno una maggior facilità di credito.
La CES respinge con forza le intenzioni che persistono nella Commissione Europea di introdurre altra flessibilità nei rapporti di lavoro e di abbassare il livello dei diritti contrattuali, rincorrendo quindi una competitività al ribasso. Tanto è vero che sulla base di una direttiva europea sugli orari di lavoro, non vi sono più le condizioni per la prosecuzione del confronto sul tema degli orari lavorativi, perché gli imprenditori, con l’appoggio di diversi governi, intendono stravolgere in peggio gli accordi precedentemente raggiunti. In tal modo Stanno costringendo la CES a uscire dalla trattativa.
Grande soddisfazione è stata espressa dal Comitato Esecutivo CES per la piena riuscita della giornata d’azione europea del 14 novembre scorso, in cui in tutte le capitali europee, da parte di tutte le organizzazioni sindacali, sono stati mobilitati milioni di lavoratori contro l’austerità. La CES sta predisponendo nuove iniziative di mobilitazione per il prossimo anno, sulla scia del successo di partecipazione della giornata d’azione europea.
Comunicato stampa
Ha sostanzialmente deluso le attese l’intervento del presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ai lavori del Comitato Esecutivo della Confederazione Europea dei Sindacati. Alla riunione hanno partecipato Gilberto Piermattei, Vice Segretario CSdL, e Mirco Battazza, Segretario Generale Aggiunto CDLS.
Barroso ha attribuito la responsabilità delle politiche di austerity che soffocano l’Europa esclusivamente ai comportamenti dei Governi dei singoli stati, che non hanno adottato politiche rigorose di bilancio e hanno dissipato grandi risorse anche a causa della corruzione. Anziché tutelare le condizioni dei cittadini, la Commissione Europa ha adottato politiche restrittive e recessive, che hanno impoverito le popolazioni, fatto aumentare la disoccupazione e ridotto lo stato sociale, preoccupandosi unicamente delle condizioni dei bilanci pubblici e ponendo condizioni severissime per il loro ripianamento. La Grecia, ad esempio, per rispettare gli impegni per ripianare il debito, nel 2013 dovrebbe aumentare il proprio PIL del 16%, ma evidente ciò è pura utopia. Stessa sorte è destinata a colpire altri Stati in difficoltà, come l’Irlanda e i paesi del sud Europa
Di fronte al dramma della disoccupazione giovanile, c’è un progetto della Commissione Europea per recuperare 500mila posti di lavoro, quando i giovani disoccupati europei sono ben 5.700.000; è una misura del tutto insufficiente rispetto alla grandezza del problema, che pone più di una generazione ai margini della vita sociale. Serve molto più coraggio e iniziativa.
Ciò è anche aggravato dal fatto che le politiche europee hanno allungato l’età pensionabile, non permettendo il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro. L’unico aspetto positivo emerso nelle politiche europee, è la possibilità per i giovani, una volta terminati gli studi, di usufruire - dopo quattro mesi di inattività - di un periodo ulteriore di formazione o riqualificazione finanziato dalla UE (un ammortizzatore sociale per i giovani). Al contempo va ricordata la difficilissima ricollocazione dei lavoratori in età avanzata espulsi dai processi produttivi; rispetto a tale problematica, non vi è nessuna iniziativa adeguata.
Barroso ha dichiarato che nel 2013 in Europa ci si attende primi segnali di ripresa, ma i rappresenti dei sindacati europei hanno tracciato uno scenario più realistico, ribadendo che con queste misure la crisi non accennerà a diminuire neanche nei prossimi anni, con ulteriore disoccupazione e difficoltà economiche per i lavoratori e i pensionati. Di ciò, Barroso ha dovuto prendere atto, rettificando quanto precedentemente affermato.
La CES ribadisce alla Commissione dell’Unione Europea che bisogna cambiare completamente strada: basta con le misure che strangolano i cittadini, mentre si sono salvate le banche e i mercati finanziari. La UE deve spingere i Governi europei ad assumere politiche di sviluppo e di equità, mettendo precise regole e limiti ai mercati finanziari che sono ancora padroni dell’economia, e spingendo le banche a fornire un apporto allo sviluppo finanziando le imprese sane e il lavoro. Tanto più ora che le stesse banche europee beneficiano di un minor costo del denaro e quindi hanno una maggior facilità di credito.
La CES respinge con forza le intenzioni che persistono nella Commissione Europea di introdurre altra flessibilità nei rapporti di lavoro e di abbassare il livello dei diritti contrattuali, rincorrendo quindi una competitività al ribasso. Tanto è vero che sulla base di una direttiva europea sugli orari di lavoro, non vi sono più le condizioni per la prosecuzione del confronto sul tema degli orari lavorativi, perché gli imprenditori, con l’appoggio di diversi governi, intendono stravolgere in peggio gli accordi precedentemente raggiunti. In tal modo Stanno costringendo la CES a uscire dalla trattativa.
Grande soddisfazione è stata espressa dal Comitato Esecutivo CES per la piena riuscita della giornata d’azione europea del 14 novembre scorso, in cui in tutte le capitali europee, da parte di tutte le organizzazioni sindacali, sono stati mobilitati milioni di lavoratori contro l’austerità. La CES sta predisponendo nuove iniziative di mobilitazione per il prossimo anno, sulla scia del successo di partecipazione della giornata d’azione europea.
Comunicato stampa
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