Dopo un primo semestre dell'anno che faceva ben sperare, le attese degli imprenditori per il secondo "fanno emergere invece diversi segnali di preoccupazione". Nei primi sei mesi del 2016, spiega alla stampa il presidente degli Industriali Paolo Maggioli, gli indicatori sono tutti al rialzo, sebbene nello stesso settore ci siano imprese che vanno bene e altre che vanno male. Questo perche'' chi si e' riorganizzato e internazionalizzato "esce dalla crisi piu' robusto". Mentre chi ha pensato di "cavarsela senza cambiamenti ora ha difficolta'' quasi insormontabili".
Nel dettaglio dei dati, fatturato, produzione e occupazione da gennaio a giugno crescono rispettivamente del 13,7%, dell''8,7% e del 5%. Ma con differenze a livello dimensionale. Le attivita' come meno di 50 dipendenti registrano una crescita del fatturato del 10%, con quello interno che risale del 6,8% e quello estero del 12,4%. Per quelle con meno di 250 addetti il dato scende al 3,8%, con il fatturato interno in territorio negativo del 2,8% e quello estero che compensa con una crescita del 4,1%. Su tutte le aziende con oltre 250 dipendenti, il cui fatturato balza in avanti del 22,6%, 20,8% quello interno e 26,3% quello estero.
Piu' nello specifico, il grado di internazionalizzazione sfiora il 60% e cresce con la dimensione.
Discorso analogo per la produzione, che cresce del 9,5% nelle grandi imprese, del 7,7% nelle medie e delle 7,5 nelle piccole. Cosi' come per l'occupazione, rispettivamente 5,5%, 4,7% e 2,3%. Secondo lo studio di Unindustria su un campione di un centinaio di aziende gli ordini sono in aumento per poco piu' della meta', in calo per il 19%.
Quelli esteri crescono per circa quattro imprese su 10 e calano per due. Le giacenze sono in aumento per circa il 30% del campione e in calo per il 10%. Per quanto riguarda il costo delle materie prime, cresce per il 27,6% e ala per il 7%. Infine circa il 5% delle aziende trova grande difficolta' a reperire personale.
Nonostante dunque un aumento "consistente" di produzione fatturato e occupazione, per il secondo semestre le previsioni volgono al peggio. Solo tre aziende su 10, "il dato piu' basso degli ultimi 18 mesi", si attende un aumento della produzione, e due prevedono un calo. Dati analoghi anche gli ordini. Per circa il 75% del campione saranno stabili sia le giacenze sia l''occupazione. Infine quasi il 70% del campione esclude un ricorso alla cassa integrazione, mentre il 23% lo ritiene probabile. Insomma, tira le somme Maggioli, emerge "piu'' di un motivo di preoccupazione: si assottiglia di molto il saldo positivo fra chi prevede la produzione in aumento e chi in diminuzione". Discorso analogo per ordini e occupazione. Fa ben sperare l''export con l''internazionalizzazione diventata un "obbligo".
Nel dettaglio dei dati, fatturato, produzione e occupazione da gennaio a giugno crescono rispettivamente del 13,7%, dell''8,7% e del 5%. Ma con differenze a livello dimensionale. Le attivita' come meno di 50 dipendenti registrano una crescita del fatturato del 10%, con quello interno che risale del 6,8% e quello estero del 12,4%. Per quelle con meno di 250 addetti il dato scende al 3,8%, con il fatturato interno in territorio negativo del 2,8% e quello estero che compensa con una crescita del 4,1%. Su tutte le aziende con oltre 250 dipendenti, il cui fatturato balza in avanti del 22,6%, 20,8% quello interno e 26,3% quello estero.
Piu' nello specifico, il grado di internazionalizzazione sfiora il 60% e cresce con la dimensione.
Discorso analogo per la produzione, che cresce del 9,5% nelle grandi imprese, del 7,7% nelle medie e delle 7,5 nelle piccole. Cosi' come per l'occupazione, rispettivamente 5,5%, 4,7% e 2,3%. Secondo lo studio di Unindustria su un campione di un centinaio di aziende gli ordini sono in aumento per poco piu' della meta', in calo per il 19%.
Quelli esteri crescono per circa quattro imprese su 10 e calano per due. Le giacenze sono in aumento per circa il 30% del campione e in calo per il 10%. Per quanto riguarda il costo delle materie prime, cresce per il 27,6% e ala per il 7%. Infine circa il 5% delle aziende trova grande difficolta' a reperire personale.
Nonostante dunque un aumento "consistente" di produzione fatturato e occupazione, per il secondo semestre le previsioni volgono al peggio. Solo tre aziende su 10, "il dato piu' basso degli ultimi 18 mesi", si attende un aumento della produzione, e due prevedono un calo. Dati analoghi anche gli ordini. Per circa il 75% del campione saranno stabili sia le giacenze sia l''occupazione. Infine quasi il 70% del campione esclude un ricorso alla cassa integrazione, mentre il 23% lo ritiene probabile. Insomma, tira le somme Maggioli, emerge "piu'' di un motivo di preoccupazione: si assottiglia di molto il saldo positivo fra chi prevede la produzione in aumento e chi in diminuzione". Discorso analogo per ordini e occupazione. Fa ben sperare l''export con l''internazionalizzazione diventata un "obbligo".
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