Più ombre che luci. La Confederazione Democratica del Lavoro fa il punto sul primo confronto con il nuovo Governo di qualche giorno fa. Sul tavolo, le questioni prioritarie da affrontare – dal progetto di sviluppo per il rilancio di economia e occupazione, alla messa in sicurezza dei conti pubblici, fino al varo delle più importanti riforme, passando per il prosieguo dei negoziati con l'Europa per una maggiore integrazione. Impossibile però entrare nel merito dei temi trattati - fa sapere la Csdl – quindi giudizio sospeso. Delusione e giudizio negativo invece, sul piano del metodo ovvero per la mancata disponibilità da parte dell'Esecutivo di accogliere la proposta sindacale in merito all'avvio di un tavolo di confronto permanente con le parti sociali “per trovare in maniera condivisa le soluzioni più efficaci per il Paese”. Nessuna risposta – lamentano - è arrivata neppure sui timori espressi dal sindacato per eventuali modifiche previste alla legge sulla rappresentatività; una legge che per la Confederazione, non deve essere toccata, in quanto – spiegano - ha già raggiunto un suo equilibrio. Capitolo deficit dello Stato: 280 milioni di debito consolidato più i 30 milioni dell'ultima Finanziaria, cifre che fanno tremare i polsi e che per il sindacato non consentono più di rinviare mirate politiche per ridurre sprechi ed inefficienze; il tutto senza prescindere dal completamento della riforma tributaria, facendo leva sui benefici garantiti dalla Smac, strumento da rafforzare – è l'auspicio – per far luce sui redditi reali. Un ultimo monito alla politica riguarda infine le scelte da compiere sull'IGC: uniformare il regime di imposte indirette al resto del mondo – si è detto - come atto dovuto per tutte quelle attività che producono reddito.
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