Nelle linee di riforma dell’Esecutivo non c’è nulla per combattere l’evasione fiscale e accertare redditi e patrimoni che sfuggono ai controlli. Così la Confederazione del Lavoro che contesta in particolare l’equiparazione del reddito da lavoro autonomo a quello da lavoro dipendente. Senza i dovuti controlli, a San Marino l’evasione fiscale ha assunto dimensioni gigantesche. A dirlo è Giuliano Tamagnini, rimarcando che solo attraverso il superamento di questa piaga sociale l’economia può ripartire portando equità e giustizia sociale nel Paese. Il Segretario generale CSdL non risparmia feroci critiche al Governo per aver manifestato l’assurda pretesa di equiparare il reddito da lavoro autonomo a quello da lavoro dipendente. I lavoratori autonomi – sostiene, infatti, il sindacato - possono scaricare spese fino al 95% dei ricavi, e possono detrarre beni personali come case, automobili, persino imbarcazioni, fatti figurare come beni strumentali, mentre in realtà sono impiegati per uso personale. Così non avviene per i lavoratori dipendenti, i cui redditi tra l’altro vengono accertati fino all’ultimo centesimo. Ma Tamagnini va oltre e fa degli esempi riguardo la possibile incidenza della maggiore tassazione sui lavoratori dipendenti in base alle proposte del Governo: “Per una coppia con redditi rispettivamente di 25.000 e 30.000 euro la perdita secca per il genitore che non detrae i familiari a carico, è di 1.150 euro; per i singoli cittadini (senza familiari a carico), invece, un reddito di 25.000 euro avrebbe un aumento annuo della tassazione di 950 euro, aumento che diventa di 1.200 euro se il reddito è di 30.000. Allora cosa fare? La CSdL è categorica e tra le soluzioni per combattere l’evasione fiscale e patrimoniale chiede un adeguato sistema di controlli e accertamenti, l’inasprimento delle sanzioni, un’imposta sui grandi patrimoni, nonché la pubblicazione dei redditi di ogni contribuente.
Riproduzione riservata ©