Dalla Confederazione Sammarinese del Lavoro un appello alle autorità, affinché venga pubblicato il resoconto degli accertamenti e la tipologia di controlli effettuati. Posto l'accento su un dato ritenuto eclatante, e basato su informazioni relative a 4 anni fa: ammonterebbero complessivamente ad oltre 1 miliardo di euro le somme di denaro, i metalli preziosi e gli strumenti finanziari detenuti all'estero da residenti a San Marino. Difficile immaginare – si legge in un comunicato – che simili ricchezze siano concentrate nelle mani dei pochi “paperoni” che dichiarano redditi significativi. Nel frattempo CSdL ha analizzato i dati fiscali del 2022; mettendoli a confronto in taluni casi con quelli di annate antecedenti. Di rilievo, poi, il paragone con l'Italia; dove la cosiddetta economia sommersa viene stimata intorno al 10% del PIL. Secondo il sindacato sul Titano la situazione dovrebbe quantomeno essere la medesima; tradotto “circa 170 milioni di euro” sottratti al fisco, che “produrrebbero qualche decina di milioni di maggiori entrate” - è stato scritto -. Si sottolinea peraltro come a San Marino scovare gli evasori potrebbe essere in teoria più agevole, rispetto al Belpaese. Da qui un invito a Governo, forze politiche, e categorie economiche a collaborare, per raggiungere l'obiettivo dell'emersione. Una priorità, infatti, ad avviso dell'organizzazione sindacale, l'iniziativa per l'equità: tema che sarà dibattuto in modo approfondito nei prossimi mesi, in vista del Congresso Confederale di febbraio 2025. Il modello fiscale sammarinese – è la conclusione – non può costituire “un bengodi per coloro che odiano pagare anche le poche tasse che vengono richieste”.