Mentre i lavoratori dipendenti, con forte senso di responsabilità, hanno accettato di adottare un meccanismo moderno per creare le condizioni per rilanciare l'intero sistema paese, per dare risposte alle necessità di lavoro dei cittadini e soprattutto dei giovani, di questa stessa responsabilità non vi è traccia nei commercianti del centro storico, la cui presa di posizione apparsa oggi ci sconcerta e ci indigna profondamente. Una presa di posizione che stride palesemente con l'impegno che tutte le categorie del mondo del lavoro, dipendente e autonomo, avevano assunto nel 2009; quello di uscire dalla crisi in maniera unita e coesa e, appunto, con elevato senso di responsabilità.
Oggi, del tutto incoerentemente, nel contestare le modalità applicative del decreto sulla Smac, chiedono di fatto di tornare indietro al vecchio sistema, fatto di forfettario e monofase, in via di superamento. Si tratta di due anacronismi che hanno fatto il loro tempo. Basti pensare che la monofase, da parte sua, ha fatto perdere allo Stato qualcosa come 170 milioni di euro! Verrebbe da pensare: non stupisce che vogliano mantenerla, tanto viene evasa in grandissime somme!
Se è vero che lo Stato reperisce le risorse per il bilancio pubblico in buona parte dalla tassazione, facciamo presente che le dichiarazioni dei commercianti fatte per decenni con il regime forfettario sono del tutto irreali e spesso persino ridicole; infatti le dichiarazioni medie fatte con questo sistema si attestano sotto i 20.000 euro, mentre la retribuzione media dei lavoratori dipendenti è di oltre 27.000 euro! Sono anche molte le dichiarazioni di settori del mondo del lavoro autonomo al di sotto dei 5mila euro, a fronte di stili di vita e consumi che non possono giustificarsi con questi redditi dichiarati, del tutto risibili.
Basterebbe solo questo dato per dimostrare che il sistema forfetario è del tutto inefficace ai fini del reale accertamento dei redditi del lavoro autonomo, e che quindi bisogna cambiare pagina definitivamente per riportare un po' di giustizia e di equità. E dire che gli stessi commercianti del centro storico esigono dallo Stato, e quindi dalle casse pubbliche, iniziative culturali per promuovere il commercio: ma non con i loro soldi, naturalmente, dato che le tasse non vogliono pagarle in ragione dei loro redditi!
Peraltro, questo loro avversità verso la Smac, contrasta nettamente con le centinaia di esercenti che, in maniera corretta e, loro sì, responsabile, in tutti questi mesi hanno applicato correttamente la Smac. Questi "retrogradi", con la pretesa di invalidare la funzione di tracciabilità e di trasparenza fiscale della Smac, che porterebbe di fatto ad "occultare" i loro guadagni, si pongono in uno stato di concorrenza sleale verso i loro colleghi commercianti che hanno certificato e certificano in modo trasparente i loro ricavi effettivi.
Questo atteggiamento dei commercianti del centro storico non può che portare conflittualità sociale, di cui dovranno assumersi la piena responsabilità. Ricordiamo che questo processo di rinnovamento e di trasparenza è partito un anno fa con una grandiosa manifestazione che ha visti protagonisti ben oltre 8mila persone!
Anche vista la indisponibilità di questa categoria ad entrare nel sistema virtuoso della trasparenza dei redditi e della tracciabilità, ribadiamo al Governo che non deve prorogare di un minuto di più la obbligatorietà della Smac, che deve partire dal prossimo 1° ottobre.
Comunicato stampa Csu
Oggi, del tutto incoerentemente, nel contestare le modalità applicative del decreto sulla Smac, chiedono di fatto di tornare indietro al vecchio sistema, fatto di forfettario e monofase, in via di superamento. Si tratta di due anacronismi che hanno fatto il loro tempo. Basti pensare che la monofase, da parte sua, ha fatto perdere allo Stato qualcosa come 170 milioni di euro! Verrebbe da pensare: non stupisce che vogliano mantenerla, tanto viene evasa in grandissime somme!
Se è vero che lo Stato reperisce le risorse per il bilancio pubblico in buona parte dalla tassazione, facciamo presente che le dichiarazioni dei commercianti fatte per decenni con il regime forfettario sono del tutto irreali e spesso persino ridicole; infatti le dichiarazioni medie fatte con questo sistema si attestano sotto i 20.000 euro, mentre la retribuzione media dei lavoratori dipendenti è di oltre 27.000 euro! Sono anche molte le dichiarazioni di settori del mondo del lavoro autonomo al di sotto dei 5mila euro, a fronte di stili di vita e consumi che non possono giustificarsi con questi redditi dichiarati, del tutto risibili.
Basterebbe solo questo dato per dimostrare che il sistema forfetario è del tutto inefficace ai fini del reale accertamento dei redditi del lavoro autonomo, e che quindi bisogna cambiare pagina definitivamente per riportare un po' di giustizia e di equità. E dire che gli stessi commercianti del centro storico esigono dallo Stato, e quindi dalle casse pubbliche, iniziative culturali per promuovere il commercio: ma non con i loro soldi, naturalmente, dato che le tasse non vogliono pagarle in ragione dei loro redditi!
Peraltro, questo loro avversità verso la Smac, contrasta nettamente con le centinaia di esercenti che, in maniera corretta e, loro sì, responsabile, in tutti questi mesi hanno applicato correttamente la Smac. Questi "retrogradi", con la pretesa di invalidare la funzione di tracciabilità e di trasparenza fiscale della Smac, che porterebbe di fatto ad "occultare" i loro guadagni, si pongono in uno stato di concorrenza sleale verso i loro colleghi commercianti che hanno certificato e certificano in modo trasparente i loro ricavi effettivi.
Questo atteggiamento dei commercianti del centro storico non può che portare conflittualità sociale, di cui dovranno assumersi la piena responsabilità. Ricordiamo che questo processo di rinnovamento e di trasparenza è partito un anno fa con una grandiosa manifestazione che ha visti protagonisti ben oltre 8mila persone!
Anche vista la indisponibilità di questa categoria ad entrare nel sistema virtuoso della trasparenza dei redditi e della tracciabilità, ribadiamo al Governo che non deve prorogare di un minuto di più la obbligatorietà della Smac, che deve partire dal prossimo 1° ottobre.
Comunicato stampa Csu
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