Le ragioni dello sciopero sono state spiegate a lungo in questo mese: mancata firma dell’Anis al contratto, riforma degli ammortizzatori, mancanza di un piano di sviluppo. A queste nel corso dei giorni si sono aggiunte delle aggravanti per i due sindacati. Il Governo è entrato a gamba tesa su temi contrattuali. "Non si può legiferare su materie della contrattazione. Significa delegittimare il sindacato – tuonano i vertici CSU - e soprattutto sacrificare in questa fase il contratto di lavoro". CSdL e CDLS non si spiegano l’ossessione dell’Anis per la flessibilità. "Sembra che il fattore umano - dicono - sia l’ unico da prendere in considerazione per uscire dalla crisi. Peccato che la nostra industria sia ferma per iniziative e proposte". Assindustria sul banco degli imputati, con la collaborazione del Governo. Segretari generali e confederali parlano di connubio tra potere politico ed economico dove a farne le spese non è solo il lavoratore, che in questa fase dovrebbe essere il più tutelato, ma anche la democrazia. Proprio all’Esecutivo rinfacciano di non averli mai convocati, dalla proclamazione dell’agitazione, per un faccia a faccia sulle ragioni e per mediare. Per questo rispondono con lo strumento dello sciopero e sono certi della partecipazione di mercoledì. Una cosa tengono a ribadire: l’astensione non pregiudica il tavolo tripartito.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
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