Nessuna misura per lo sviluppo e per la lotta agli sprechi. Tra gli emendamenti presentati dal Governo, inaccettabili per la CSU, un “tiket” di 10 euro sulle prestazioni del pronto soccorso per i casi non particolarmente gravi, e la diminuzione del rimborso sull’indennità di malattia
È una finanziaria che aumenta la spesa, non compie nessuna lotta agli sprechi e non dà nessun impulso allo sviluppo. È in sintesi il giudizio emerso dall’Attivo dei delegati CSU riunitosi venerdì 12 dicembre presso la sala Montelupo di Domagnano, all’indomani dell’incontro sulla stessa finanziaria che la CSU ha avuto il giorno precedente con la delegazione del Congresso di Stato.
Nella finanziaria sono ben 30 i milioni di euro - destinati alla spesa corrente, e non certo alle politiche di sviluppo e agli investimenti per l’occupazione - che lo Stato chiederà in prestito alle banche per finanziare il debito preventivato, andando così a ingigantire il debito pubblico consolidato. Un debito oramai insostenibile per uno Stato come San Marino, in profonda crisi, che viene scaricato su tutti i cittadini, e in particolare sui giovani.
Forte sconcerto e disapprovazione hanno destato alcuni emendamenti, circa una decina, presentati dalla delegazione di Governo. Il primo è un “tiket” di 10 euro per le prestazioni al pronto soccorso di “fascia bianca”, ovvero di minore gravità. La CSU ritiene inaccettabile questa misura, che introduce il principio della sanità a pagamento; una cifra non elevata ma che per i cittadini a basso e bassissimo reddito possono avere una incidenza sul bilancio familiare. Per fare un po’ di cassa si vogliono colpire i cittadini più deboli e il diritto fondamentale alla salute. La CSU ha chiesto con forza il ritiro di questo provvedimento.
Altro emendamento del Governo, è la significativa riduzione dell’indennità economica di malattia, prevedendo per i primi due giorni il rimborso al 50%, e per i restanti giorni di malattia il rimborso all’86%. Oggi è dell’86% per il primo periodo, e del 100% per i giorni successivi. Anche in questo caso si vuole far pagare la sanità ai lavoratori; è una misura anch’essa inaccettabile. Peraltro, le risorse “risparmiate” non vanno né allo Stato né all’ISS, ma al fondo che finanzia la malattia, che è in attivo! Quindi, non si riesce nemmeno a cogliere la logica economica di questa misura.
Tornando al progetto di finanziaria in quanto tale, una delle misure più inaccettabili è la riproposizione anche per il 2015 dei prepensionamenti, prevedendo l’obbligo per i soli dipendenti pubblici con 59 anni di età e 40 anni di versamenti. Anche in questo caso si vuole continuare a scaricare sul fondo lavoratori dipendenti un costo che è dello Stato, aggravando ulteriormente la già difficile situazione dello stesso fondo pensioni.
Al contempo, la finanziaria ripropone per il secondo anno il dimezzamento del contributo dello Stato al Fondo Pensioni, portandolo dal 10% previsto per legge, al solo 5%. Ciò è paradossale, oltre che inaccettabile, perché confligge palesemente con i calcoli attuariali recentemente resi noti dai tecnici incaricati dal Governo, i quali prevedono la necessità di aumentare in maniera sempre crescente il contributo dello Stato.
Sulla finanziaria 2015 regna ancora incertezza, in quanto non si sa se vi saranno altri emendamenti del Governo, e non conosciamo quelli dell’opposizione. La CSU nei prossimi giorni invierà un documento complessivo con le proprie osservazioni e proposte al governo rispetto alla finanziaria 2015, con la richiesta di tenerle nella dovuta considerazione.
È una finanziaria che aumenta la spesa, non compie nessuna lotta agli sprechi e non dà nessun impulso allo sviluppo. È in sintesi il giudizio emerso dall’Attivo dei delegati CSU riunitosi venerdì 12 dicembre presso la sala Montelupo di Domagnano, all’indomani dell’incontro sulla stessa finanziaria che la CSU ha avuto il giorno precedente con la delegazione del Congresso di Stato.
Nella finanziaria sono ben 30 i milioni di euro - destinati alla spesa corrente, e non certo alle politiche di sviluppo e agli investimenti per l’occupazione - che lo Stato chiederà in prestito alle banche per finanziare il debito preventivato, andando così a ingigantire il debito pubblico consolidato. Un debito oramai insostenibile per uno Stato come San Marino, in profonda crisi, che viene scaricato su tutti i cittadini, e in particolare sui giovani.
Forte sconcerto e disapprovazione hanno destato alcuni emendamenti, circa una decina, presentati dalla delegazione di Governo. Il primo è un “tiket” di 10 euro per le prestazioni al pronto soccorso di “fascia bianca”, ovvero di minore gravità. La CSU ritiene inaccettabile questa misura, che introduce il principio della sanità a pagamento; una cifra non elevata ma che per i cittadini a basso e bassissimo reddito possono avere una incidenza sul bilancio familiare. Per fare un po’ di cassa si vogliono colpire i cittadini più deboli e il diritto fondamentale alla salute. La CSU ha chiesto con forza il ritiro di questo provvedimento.
Altro emendamento del Governo, è la significativa riduzione dell’indennità economica di malattia, prevedendo per i primi due giorni il rimborso al 50%, e per i restanti giorni di malattia il rimborso all’86%. Oggi è dell’86% per il primo periodo, e del 100% per i giorni successivi. Anche in questo caso si vuole far pagare la sanità ai lavoratori; è una misura anch’essa inaccettabile. Peraltro, le risorse “risparmiate” non vanno né allo Stato né all’ISS, ma al fondo che finanzia la malattia, che è in attivo! Quindi, non si riesce nemmeno a cogliere la logica economica di questa misura.
Tornando al progetto di finanziaria in quanto tale, una delle misure più inaccettabili è la riproposizione anche per il 2015 dei prepensionamenti, prevedendo l’obbligo per i soli dipendenti pubblici con 59 anni di età e 40 anni di versamenti. Anche in questo caso si vuole continuare a scaricare sul fondo lavoratori dipendenti un costo che è dello Stato, aggravando ulteriormente la già difficile situazione dello stesso fondo pensioni.
Al contempo, la finanziaria ripropone per il secondo anno il dimezzamento del contributo dello Stato al Fondo Pensioni, portandolo dal 10% previsto per legge, al solo 5%. Ciò è paradossale, oltre che inaccettabile, perché confligge palesemente con i calcoli attuariali recentemente resi noti dai tecnici incaricati dal Governo, i quali prevedono la necessità di aumentare in maniera sempre crescente il contributo dello Stato.
Sulla finanziaria 2015 regna ancora incertezza, in quanto non si sa se vi saranno altri emendamenti del Governo, e non conosciamo quelli dell’opposizione. La CSU nei prossimi giorni invierà un documento complessivo con le proprie osservazioni e proposte al governo rispetto alla finanziaria 2015, con la richiesta di tenerle nella dovuta considerazione.
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