Le Federazioni Pubblico Impiego della CSU bocciano seccamente, la proposta del Governo, di ridurre di un'ora alla settimana l'orario dei dipendenti pubblici. “Il passaggio da 35 a 36 ore settimanali – sottolineano i Segretari FUPI-CSdL e FPI-CDLS – significa una riduzione netta degli stipendi del 2,6%; che salirebbe al 3,1% con l'ulteriore taglio dello 0,5% imposto recentemente”. Secondo la CSU si tratta di scelte inappropriate, e – in settori quali la Scuola e la Sanità – inapplicabili. “Tagli lineari – si legge in un comunicato – che tra l'altro arrivano dopo quasi 10 anni di blocco contrattuale”. I Segretari Muccioli e Frulli ritengono che la direzione imboccata dall'Esecutivo, denoti una scarsa considerazione del lavoro svolto nella PA, e rimarcano il sostegno ai consumi interni, offerto dai circa 4.000 salari pubblici, in questi anni di crisi economica.
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