Già 1500 lavoratori hanno espresso il proprio parere. Già tenute un terzo delle assemblee che coinvolgeranno complessivamente 200 aziende. La CSU testa la condivisione sugli accordi contrattuali, in vista del rinnovo della piattaforma per il settore industria e artigianato con un referendum che, questa volta, chiama ad esprimersi anche sul tema della rappresentatività, sulle proposte contenute nella bozza di riforma dell'ordinamento che prevede la validità erga omnes, per tutti.
La CSU ne dettaglia i punti fondamentali, ma su tutto ne ribadisce gli obiettivi: “Per scongiurare il perpetrarsi di più contratti; dare certezza delle norme che regolano le condizioni di lavoro”. Torna così a rinfocolare la polemica su tema davvero caldo, rispondendo alle contestazioni mosse dal terzo sindacato e dalle associazioni di categoria: “Proposte affatto antidemocratiche – per la Federazione Industria della CSU – e che, anzi, tendono a rafforzare l'unità dei lavoratori ed evitare disparità di trattamento fra piccole e grandi aziende”. Con parole dure, entra nel merito: “Non è un caso che tali proposte siano contestate da USL, OSLA, USC e USOT che “prediligono la frammentazione del mondo del lavoro, attraverso la contrattazione aziendale e azzerando il principio di obbligatorietà nell'applicazione dei contratti da parte di tutte le aziende. Le associazioni – dice la CSU – per avere mano libera nella stipula di contratti peggiorativi; l'USL – prosegue – per obbligare i lavoratori ad iscriversi per avere un sostegno e tentare di ridurre il danno”.
“Sistemi di questo genere ne esistono – motiva, appellandosi alle peculiarità di San Marino – ma non in uno Stato delle nostre dimensioni, che dovrebbe fare della coesione sociale il proprio tratto distintivo”.
La CSU ne dettaglia i punti fondamentali, ma su tutto ne ribadisce gli obiettivi: “Per scongiurare il perpetrarsi di più contratti; dare certezza delle norme che regolano le condizioni di lavoro”. Torna così a rinfocolare la polemica su tema davvero caldo, rispondendo alle contestazioni mosse dal terzo sindacato e dalle associazioni di categoria: “Proposte affatto antidemocratiche – per la Federazione Industria della CSU – e che, anzi, tendono a rafforzare l'unità dei lavoratori ed evitare disparità di trattamento fra piccole e grandi aziende”. Con parole dure, entra nel merito: “Non è un caso che tali proposte siano contestate da USL, OSLA, USC e USOT che “prediligono la frammentazione del mondo del lavoro, attraverso la contrattazione aziendale e azzerando il principio di obbligatorietà nell'applicazione dei contratti da parte di tutte le aziende. Le associazioni – dice la CSU – per avere mano libera nella stipula di contratti peggiorativi; l'USL – prosegue – per obbligare i lavoratori ad iscriversi per avere un sostegno e tentare di ridurre il danno”.
“Sistemi di questo genere ne esistono – motiva, appellandosi alle peculiarità di San Marino – ma non in uno Stato delle nostre dimensioni, che dovrebbe fare della coesione sociale il proprio tratto distintivo”.
Riproduzione riservata ©