Gli effetti del decreto incentivi ora si sentono davvero e l’auspicio, per tutti, è sbloccare con urgenza i rapporti con l’Italia. Imprese sammarinesi, inizialmente spaesate, e in attesa per il da farsi ora iniziato a rimboccarsi le maniche. Sono il 60% delle intervistate, erano solo il 39% lo scorso ottobre, a sentire il peso della difficoltà dei rapporti con clienti e fornitori italiani, ma hanno reagito: il 39% aprendo una nuova sede in Italia, chi riorganizzando, chi anche indirizzando il mercato di riferimento all’estero: Europa in testa, ma anche Asia (Cina partner privilegiato) e Stati Uniti. In negativo, c’è chi reagisce alla crisi ricorrendo al licenziamento (il 23% delle imprese ha ridotto il numero di occupati, soprattutto quelle medio-piccole). Per la Cassa Integrazione, non si pensa di diminuirne il ricorso (soprattutto nel manifatturiero e nell’edilizia). Criticità anche nell’accesso al credito, con un quadro in chiaroscuro: il fabbisogno finanziario aumenta per alcune, migliora per altre. In generale, cala la sfiducia nel sistema, ma resta l’incertezza verso il quadro politico, segnalata dal 70% del campione, anche se sono il 67% quelle che ancora credono che le istituzioni possano fare qualcosa. Piace sempre meno la localizzazione a San Marino: sì un territorio sicuro, basato su valori forti e a bassa fiscalità, ma pesano ancora gli effetti della black list italiana, l’inadeguatezza delle risposte della politica, la pubblicità negativa al paese.
Nel video l'intervista a Massimo Ghiotti, direttore Camera Commercio.
Annamaria Sirotti
Nel video l'intervista a Massimo Ghiotti, direttore Camera Commercio.
Annamaria Sirotti
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