Un documento economico articolato in 22 capitoli che si basa su una premessa sostanziale: lo sviluppo di San Marino passa attraverso le riforme. Tre quelle indicate dalla CDLS come più urgenti: pensioni, fisco e mercato del lavoro.
In primo luogo la riforma previdenziale che deve basarsi su un sistema misto pubblico-privato. La Confederazione democratica chiede di mantenere come primo pilastro il sistema pubblico a ripartizione (ovvero l’attuale modello che si basa sulla solidarietà tra generazioni per cui chi lavora paga l’assegno previdenziale ai pensionati), introducendo un secondo pilastro di natura privata, garantito da un quadro legislativo. La riforma fiscale deve rimodulare le aliquote in base al reddito realmente prodotto. Diverse le proposte: fissare un livello massimo per lo splitting tra i coniugi, riconsiderare l’aliquota prevista per i redditi a tassazione separata, ampliare le detrazioni ammesse per spese mediche, esentare da qualsiasi imposta la prima casa quando vi e’ l’effettiva residenza del proprietario, promuovere la previdenza integrativa con appositi incentivi, rivedere le norme di agevolazione alle imprese e ai lavoratori autonomi prevedendo una garanzia fidejussoria a favore dello Stato, quantificare e tassare i benefit concessi dalle aziende ai propri dipendenti e regolamentare, nelle convenzioni fra Stato e istituti di credito, le condizioni economiche applicate al pre-finanziamento del prestito prima casa.
Infine la riforma del mercato del lavoro. Nessuna soluzione ideologica, sottolinea la CDLS, ma è necessario rinnovare il quadro normativo per affrontare in modo organico la complessità del problema. Ribadito l’avviamento al lavoro dentro il sistema pubblico e il divieto di intermediazione di manodopera. I contratto a tempo determinato, ricorda la confederazione democratica, incidono nel settore privato per oltre il 43%, ponendo il nostro Paese ai primi posti in Europa in termini di flessibilità. Inoltre, la CDLS chiede procedure che assicurino un avviamento preferenziale per i sammarinesi, la riorganizzazione del collocamento e l’istituzione di un osservatorio per individuare il lavoro nero, debellare l’abusivismo e rafforzare i controlli. L’impegno immediato deve essere comunque quello di regolarizzare la maggior parte di lavori atipici che si configurano come veri e propri rapporti di lavoro subordinato.
In primo luogo la riforma previdenziale che deve basarsi su un sistema misto pubblico-privato. La Confederazione democratica chiede di mantenere come primo pilastro il sistema pubblico a ripartizione (ovvero l’attuale modello che si basa sulla solidarietà tra generazioni per cui chi lavora paga l’assegno previdenziale ai pensionati), introducendo un secondo pilastro di natura privata, garantito da un quadro legislativo. La riforma fiscale deve rimodulare le aliquote in base al reddito realmente prodotto. Diverse le proposte: fissare un livello massimo per lo splitting tra i coniugi, riconsiderare l’aliquota prevista per i redditi a tassazione separata, ampliare le detrazioni ammesse per spese mediche, esentare da qualsiasi imposta la prima casa quando vi e’ l’effettiva residenza del proprietario, promuovere la previdenza integrativa con appositi incentivi, rivedere le norme di agevolazione alle imprese e ai lavoratori autonomi prevedendo una garanzia fidejussoria a favore dello Stato, quantificare e tassare i benefit concessi dalle aziende ai propri dipendenti e regolamentare, nelle convenzioni fra Stato e istituti di credito, le condizioni economiche applicate al pre-finanziamento del prestito prima casa.
Infine la riforma del mercato del lavoro. Nessuna soluzione ideologica, sottolinea la CDLS, ma è necessario rinnovare il quadro normativo per affrontare in modo organico la complessità del problema. Ribadito l’avviamento al lavoro dentro il sistema pubblico e il divieto di intermediazione di manodopera. I contratto a tempo determinato, ricorda la confederazione democratica, incidono nel settore privato per oltre il 43%, ponendo il nostro Paese ai primi posti in Europa in termini di flessibilità. Inoltre, la CDLS chiede procedure che assicurino un avviamento preferenziale per i sammarinesi, la riorganizzazione del collocamento e l’istituzione di un osservatorio per individuare il lavoro nero, debellare l’abusivismo e rafforzare i controlli. L’impegno immediato deve essere comunque quello di regolarizzare la maggior parte di lavori atipici che si configurano come veri e propri rapporti di lavoro subordinato.
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