Il debito pubblico dell'Italia preoccupa tutta l'Eurozona. Così l'Unione Europea in una lettera inviata al ministro dell'Economia Padoan. Il giudizio tuttavia è rinviato alla prossima primavera.
Il bilancio italiano potrebbe non rispettare il patto di stabilità. L'Unione tira le orecchie all'Italia, vuol essere rassicurata sulla prevista riduzione del deficit. Lo mettono nero su bianco il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici, nella lettera inviata a Pier Carlo Padoan, sottolineando come il debito italiano preoccupi l'intera eurozona.
Debito che nel 2016 era al 132% del Pil, dunque i progressi vengono giudicati insufficienti. Debito pubblico e pensioni assorbono metà della spesa statale, per questo l'Ue chiede che l'Italia non faccia passi indietro sulle riforme strutturali, e nella sua risposta il Tesoro ha rassicurato in questo senso.
Nel 2017 la spesa si assesta a 879 miliardi di euro, 6% in più rispetto al 2016, e se si torna indietro al 2008 l'aumento è del 17,4%.
Insomma è sempre il debito pubblico la vulnerabilità del sistema Italia: tuttavia Bruxelles rinvia il suo giudizio finale sulla finanziaria alla prossima primavera, quando verificherà il rispetto della regola che prevede una riduzione graduale e sostanziale del debito.
Francesca Biliotti
Il bilancio italiano potrebbe non rispettare il patto di stabilità. L'Unione tira le orecchie all'Italia, vuol essere rassicurata sulla prevista riduzione del deficit. Lo mettono nero su bianco il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici, nella lettera inviata a Pier Carlo Padoan, sottolineando come il debito italiano preoccupi l'intera eurozona.
Debito che nel 2016 era al 132% del Pil, dunque i progressi vengono giudicati insufficienti. Debito pubblico e pensioni assorbono metà della spesa statale, per questo l'Ue chiede che l'Italia non faccia passi indietro sulle riforme strutturali, e nella sua risposta il Tesoro ha rassicurato in questo senso.
Nel 2017 la spesa si assesta a 879 miliardi di euro, 6% in più rispetto al 2016, e se si torna indietro al 2008 l'aumento è del 17,4%.
Insomma è sempre il debito pubblico la vulnerabilità del sistema Italia: tuttavia Bruxelles rinvia il suo giudizio finale sulla finanziaria alla prossima primavera, quando verificherà il rispetto della regola che prevede una riduzione graduale e sostanziale del debito.
Francesca Biliotti
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