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Decreto, amarezza di Usot: "Noi agnello sacrificale del patto per la 'zona' C, chiediamo ristori"

Anche l'Unione commercianti punta a sedersi attorno a un tavolo col Governo per discutere di aiuti al suo settore

24 dic 2020

Nei ristoranti le sale sono vuote e i camerieri impegnati nel togliere posate e tovaglie. Dalle ore 18 del 24 dicembre e fino al 7 gennaio non sarà più possibile avere clienti all'interno; la ristorazione potrà lavorare solo con asporto e consegne a domicilio. Limitazioni, quelle dell'ultimo decreto, che Osla e Usot definiscono “l'ennesimo durissimo colpo in questi mesi terribili”. “Per l'economia del Paese – scrivono – è il colpo di grazia”. 

Uno dei problemi per i ristoratori è il poco preavviso. “Siamo passati in 24 ore dalla possibilità di accogliere ospiti per il Capodanno, nel rispetto delle regole anti contagio – affermano Osla e Usot – ad un decreto che inibisce qualsiasi attività”. Parlano di perdite legate alle ordinazioni e alle materie prime già acquistate e di “gravi responsabilità del Governo” su un settore in difficoltà. Una parte dei cibi, dicono i ristoratori, andrà comunque nella spazzatura. E c'è chi già annuncia di dover chiudere definitivamente. La categoria torna, dunque, a chiedere ristori.

Usl e Unione Consumatori sammarinesi esprimono solidarietà a lavoratori, consumatori e aziende del comparto turistico e commerciale, con l'auspicio di “trovare soluzioni economiche immediate”. Sul fronte dei negozi, che hanno limitazioni in determinati giorni durante le festività, i più colpiti saranno quelli in centro storico, ricorda l'Usc. Allo stesso tempo, il decreto lascia margini di lavoro alle attività che vendono beni alimentari e di prima necessità, ricorda la presidente Marina Urbinati, ma la mancanza di movimento dall'Italia “sarà una perdita per tutto il comparto”. Passato il Natale, conclude, l'intenzione è mettersi “attorno a un tavolo col Governo per discutere di aiuti al settore”.

Nel servizio, l'intervista a Luigi Sartini, presidente Usot 



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