80 si 6 no. Così le federazioni industria della Csu varano gli aumenti contrattuali e il fondo salva stipendi dai fallimenti aziendali. L'ultima parola spetta ora ai lavoratori con il referendum nelle fabbriche. L’accordo sottoscritto in gennaio con l'Anis, ricordano i segretari federindustria, ruota su due punti: la distribuzione degli aumenti salariali nei prossimi cinque anni in linea con l’andamento dell’inflazione e il potenziamento delle risorse del Fondo Servizi Sociali a favore dei dipendenti vittime dei fallimenti aziendali. “Questa intesa - sottolineano Merlini e Felici - garantisce sul piano contrattuale altri cinque anni di pace sociale. E’ un punto fermo che permette, nella situazione di difficoltà che sta attraversando il Paese, di concentrate l’attenzione sui tanti altri problemi aperti”. Preso atto che le buste paga dal 2013 al 2016 sono cresciute in termini reali del 2,5%, l’assemblea ha detto si al nuovo piano delle retribuzioni che lascia inalterato l'aumento dell’1,20 per quest'anno e spalma il successivo incremento fino al 2021. Il secondo intervento prevede di destinare 1 milione e 700 mila euro a chi è stato doppiamente penalizzato dalla crisi, perché oltre ad aver perso il posto di lavoro è anche creditore di diverse mensilità. Negli ultimi 10 anni, ricordano i due segretari, il totale degli stipendi non pagati è pari a 4 milioni e i fallimenti non stanno rallentando. Finora il Fondo Servizi Sociali è riuscito a garantire il 50% dei crediti dei circa 450 lavoratori interessati e l'impegno è di assicurare lo stesso trattamento ai casi futuri. Una assunzione di responsabilità che l’attivo dei quadri unisce alla salvaguardia del principio della validità erga omnes dei contratti nazionali, a prescindere dalle dimensioni aziendali. “L’assemblea ha respinto con forza - avvertono i segretari federindustria - il tentativo di disgregare i diritti dei lavoratori che sembra aver trovato attenzione in ambito politico, al punto che la coalizione di governo vincente ha inserito nel proprio programma la modifica della recente legge in materia di rappresentatività delle parti sociali”
Sonia Tura
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