In mattinata la nota congiunta di Cassa di Risparmio, Banca Cis, Bsm e Bac in cui si spiega la decisione di disdettare i contratti integrativi. Motivo: avere un sistema più efficiente, anche alla luce delle analisi di Fondo monetario internazionale, Autorità di vigilanza e altri soggetti. La Csu non ci sta e, con un comunicato, parla di “recessi” contro la legge.
Dal canto loro, gli istituti di credito sottolineano quanto gli accordi integrativi aggravino il costo del lavoro e parlano della necessità di mantenere una stabilità occupazionale. In questi tipi di accordi rientrano, ad esempio, il terzo pilastro, elementi di welfare e indennità per anzianità di servizio.
Sono stati disdetti i contratti integrativi mantenendo in vigore il contratto collettivo nazionale. Ad affermarlo è Domenico Lombardi, presidente Abs, che invita il sindacato ad avere senso di responsabilità. L'obiettivo, prosegue, è confrontarsi per lo sviluppo e per salvaguardare l'occupazione.
Gli istituti di credito invitano i rappresentanti dei lavoratori a trovare una soluzione condivisa e a interrompere o non programmare mobilitazioni. Anche la Csu dichiara di essere stata responsabile e aperta al confronto, a patto che gli istituti fornissero informazioni su bilanci e su capitoli di spesa come gli stipendi e i compensi di amministratori e dirigenti e le consulenze. "C'è bisogno anche di risorse altamente specializzate. Alcune sono in territorio, altre devono essere contrattate all'esterno", afferma in proposito Lombardi.
Sullo sfondo resta la richiesta, da parte del sindacato, di informazioni sulla valutazione degli attivi. In futuro i contratti integrativi dovrebbero essere legati a soglie di produttività e di performance, come indica il presidente Abs. La nota della Csu si chiude con l'auspicio di arrivare a un ritiro dei “recessi”. Ma al momento non ci sarà un dietrofront.
Mauro Torresi
Nel servizio, l'intervista a Domenico Lombardi, presidente Abs
Dal canto loro, gli istituti di credito sottolineano quanto gli accordi integrativi aggravino il costo del lavoro e parlano della necessità di mantenere una stabilità occupazionale. In questi tipi di accordi rientrano, ad esempio, il terzo pilastro, elementi di welfare e indennità per anzianità di servizio.
Sono stati disdetti i contratti integrativi mantenendo in vigore il contratto collettivo nazionale. Ad affermarlo è Domenico Lombardi, presidente Abs, che invita il sindacato ad avere senso di responsabilità. L'obiettivo, prosegue, è confrontarsi per lo sviluppo e per salvaguardare l'occupazione.
Gli istituti di credito invitano i rappresentanti dei lavoratori a trovare una soluzione condivisa e a interrompere o non programmare mobilitazioni. Anche la Csu dichiara di essere stata responsabile e aperta al confronto, a patto che gli istituti fornissero informazioni su bilanci e su capitoli di spesa come gli stipendi e i compensi di amministratori e dirigenti e le consulenze. "C'è bisogno anche di risorse altamente specializzate. Alcune sono in territorio, altre devono essere contrattate all'esterno", afferma in proposito Lombardi.
Sullo sfondo resta la richiesta, da parte del sindacato, di informazioni sulla valutazione degli attivi. In futuro i contratti integrativi dovrebbero essere legati a soglie di produttività e di performance, come indica il presidente Abs. La nota della Csu si chiude con l'auspicio di arrivare a un ritiro dei “recessi”. Ma al momento non ci sarà un dietrofront.
Mauro Torresi
Nel servizio, l'intervista a Domenico Lombardi, presidente Abs
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