Che l'edilizia sammarinese sia in crisi con tutto il suo indotto non è certamente una cosa nuova ma che l'edilizia sia arrivata a dei livelli tali di crisi da rischiare di portare in forte difficoltà il sistema finanziario del paese non è certamente cosa saputa da tutti.
Infatti il crollo delle transazioni stà ponendo seri problemi alle banche e finanziarie che hanno come garanzie per i loro impieghi gli immobili del paese.
Molti sprovveduti e populisti saranno sicuramente felici della situazione ma dovrebbero rendersi conto che se salta il sistema edile salta anche quello finanziario e di conseguenza tutto il paese.
Con i dati riportati dall'articolo di Franco Cavalli, giornalista di San Marino Oggi, si capisce che il problema non è il numero eccessivo di costruzioni presente in territorio ma è la mancanza quasi totale di vendite, con conseguente mancanza di entrate per l'erario e lavoro per notai, mediatori, ecc.
L'associazione ASES dei costruttori da tempo lamenta la situazione del settore, e da tempo dice che o si fa qualcosa o a breve ci saranno centinaia di disoccupati in più e milioni di euro per l'erario in meno, in quanto il l'immobiliare sammarinese è crollato in percentuali elevatissime.
Vogliamo far notare che i prezzi del residenziale non sono scesi in modo eccessivo perchè gli immobili sono finanziati dalle finanziarie e dalle banche le quali non permettono di vendere sotto certi valori per tentare di non perdere capitali, ma al contrario di quello che sostengono i populisti, se questo meccanismo salta i prezzi crollano e se crollano significa che siamo tutti più poveri.
Le crisi partono quasi sempre dal mattone e noi a San Marino siamo al limite anche in questo settore, basterebbe poco per risollevarlo ma la staticità della politica è disarmante.
Comunicato stampa
Infatti il crollo delle transazioni stà ponendo seri problemi alle banche e finanziarie che hanno come garanzie per i loro impieghi gli immobili del paese.
Molti sprovveduti e populisti saranno sicuramente felici della situazione ma dovrebbero rendersi conto che se salta il sistema edile salta anche quello finanziario e di conseguenza tutto il paese.
Con i dati riportati dall'articolo di Franco Cavalli, giornalista di San Marino Oggi, si capisce che il problema non è il numero eccessivo di costruzioni presente in territorio ma è la mancanza quasi totale di vendite, con conseguente mancanza di entrate per l'erario e lavoro per notai, mediatori, ecc.
L'associazione ASES dei costruttori da tempo lamenta la situazione del settore, e da tempo dice che o si fa qualcosa o a breve ci saranno centinaia di disoccupati in più e milioni di euro per l'erario in meno, in quanto il l'immobiliare sammarinese è crollato in percentuali elevatissime.
Vogliamo far notare che i prezzi del residenziale non sono scesi in modo eccessivo perchè gli immobili sono finanziati dalle finanziarie e dalle banche le quali non permettono di vendere sotto certi valori per tentare di non perdere capitali, ma al contrario di quello che sostengono i populisti, se questo meccanismo salta i prezzi crollano e se crollano significa che siamo tutti più poveri.
Le crisi partono quasi sempre dal mattone e noi a San Marino siamo al limite anche in questo settore, basterebbe poco per risollevarlo ma la staticità della politica è disarmante.
Comunicato stampa
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