La crisi nel nostro paese si sta sentendo molto e sta portando con sé preoccupanti fenomeni sociali.
Possiamo dire che in Repubblica si stanno mostrando "classi sociali" molto marcate, da un lato abbiamo i dipendenti pubblici, dall'altro quelli del sottore privato in genere ed i lavoratori frontalieri. L'illusione di un piccolo Stato unito sta inesorabilmente svanendo, sotto i colpi della crisi ma anche per via di scelte sbagliate della nostra classe politica. In paesi molto più grandi del nostro, come Stati Uniti o Regno Unito ma addirittura nelle città stato di Singapore o Monaco, vengono attuate politiche del lavoro che danno priorità di assunzione ai residenti ed ai propri cittadini, che vivono e consumano nel paese. Chi ha un regolare contratto di lavoro dipendente, oppure dimostra allo stato di avere le disponibilità per vivere autonomamente (anche di rendita!) ottiene la residenza per se e per la propria famiglia. Allo stesso modo se tali condizioni vengono a decadere (si perde il lavoro o l'indipendenza economica) si perde il diritto, dopo un periodo di tempo, di permanenza nel paese e quindi la residenza. Anche noi siamo dell'idea che in tempo di crisi, a parità di competenze e curriculum i cittadini e residenti debbano avere la priorità rispetto ai forensi. Tutto questo non è assolutamente da intendere come discriminazione razziale, come qualcuno certamente vorrà addurre, anzi, la nostra proposta è fortemente innovativa - rivoluzionaria per San Marino! Proponiamo di riformare il mercato del lavoro con leggi che favoriscano l'assunzione di cittadini e residenti, ed al contempo facilitare la concessione di residenze!
Oggi di fatto esportiamo reddito da lavoro delle nostre imprese in Italia avvalendoci di 6000 frontalieri. Questa è follia! Facciamo un esempio estremo: quanto aumenterebbero i consumi a San Marino, il PIL e quindi il gettito fiscale se lo stato avesse 2.000 residenti in più? Assumiamo che di quei 6.000 frontalieri, 2.000 diventassero residenti, con un reddito medio di 2000 euro al mese da spendere in Repubblica. Farebbero 4 milioni di euro al mese, 48 milioni all'anno spesi a San Marino e non in Italia, che farebbero ripartire l'economia, le imprese, l'occupazione ed il gettito fiscale per lo Stato! La chiave di svolta è aumentare i consumi e i fatturati delle aziende, questa e la miglior ricetta per combattere la disoccupazione. Confidiamo nel buon senso per cercare di ovviare a questa problematica che affligge il nostro paese.
Possiamo dire che in Repubblica si stanno mostrando "classi sociali" molto marcate, da un lato abbiamo i dipendenti pubblici, dall'altro quelli del sottore privato in genere ed i lavoratori frontalieri. L'illusione di un piccolo Stato unito sta inesorabilmente svanendo, sotto i colpi della crisi ma anche per via di scelte sbagliate della nostra classe politica. In paesi molto più grandi del nostro, come Stati Uniti o Regno Unito ma addirittura nelle città stato di Singapore o Monaco, vengono attuate politiche del lavoro che danno priorità di assunzione ai residenti ed ai propri cittadini, che vivono e consumano nel paese. Chi ha un regolare contratto di lavoro dipendente, oppure dimostra allo stato di avere le disponibilità per vivere autonomamente (anche di rendita!) ottiene la residenza per se e per la propria famiglia. Allo stesso modo se tali condizioni vengono a decadere (si perde il lavoro o l'indipendenza economica) si perde il diritto, dopo un periodo di tempo, di permanenza nel paese e quindi la residenza. Anche noi siamo dell'idea che in tempo di crisi, a parità di competenze e curriculum i cittadini e residenti debbano avere la priorità rispetto ai forensi. Tutto questo non è assolutamente da intendere come discriminazione razziale, come qualcuno certamente vorrà addurre, anzi, la nostra proposta è fortemente innovativa - rivoluzionaria per San Marino! Proponiamo di riformare il mercato del lavoro con leggi che favoriscano l'assunzione di cittadini e residenti, ed al contempo facilitare la concessione di residenze!
Oggi di fatto esportiamo reddito da lavoro delle nostre imprese in Italia avvalendoci di 6000 frontalieri. Questa è follia! Facciamo un esempio estremo: quanto aumenterebbero i consumi a San Marino, il PIL e quindi il gettito fiscale se lo stato avesse 2.000 residenti in più? Assumiamo che di quei 6.000 frontalieri, 2.000 diventassero residenti, con un reddito medio di 2000 euro al mese da spendere in Repubblica. Farebbero 4 milioni di euro al mese, 48 milioni all'anno spesi a San Marino e non in Italia, che farebbero ripartire l'economia, le imprese, l'occupazione ed il gettito fiscale per lo Stato! La chiave di svolta è aumentare i consumi e i fatturati delle aziende, questa e la miglior ricetta per combattere la disoccupazione. Confidiamo nel buon senso per cercare di ovviare a questa problematica che affligge il nostro paese.
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