Gli automobilisti emiliano romagnoli spendono tanto per la manutenzione delle loro automobili; in media 978 euro all’anno che vengono fatturati da officine meccaniche, elettrauto, gommisti o carrozzerie, contro i 778 dei colleghi delle altre regioni italiane. Non meglio vanno i possessori di auto di Lombardia, Lazio e Veneto, che in un anno spendono addirittura di più. In totale, sempre in Emilia Romagna, il giro d’affari delle riparazioni supera i 2 miliardi e 600 milioni di euro, destinato alle quasi 2 milioni e 700 mila auto circolanti. La spesa più alta a Bologna, con 620 milioni in totale, seguita da Modena, 472 milioni, Reggio Emilia 321, Parma, 271, Ravenna, 224. C’è un significativo distacco tra le province di Forlì Cesena e di Rimini. Gli automobilisti forlivesi hanno speso, nel 2009, 219 milioni di euro, mentre i riminesi risultano più parsimoniosi e si sono fermati a 175 milioni, la stessa cifra dei ferraresi. La meno spendacciona è la provincia di Piacenza, dove il fatturato complessivo degli autoriparatori si è fermato a 144 milioni. A determinare questi costi sono tre fattori: la frequenza del ricorso in officina, la complessità degli interventi e la dinamica dei prezzi. Nel primo caso ha inciso fortemente la congiuntura economica, che ha visto diminuire il ricorso ai meccanici, suggerendo di rinviare ogni tipo di intervento se non urgente. Nel secondo caso invece i costi salgono per via dell’innovazione tecnologica, che se da un lato riduce il ricorso in officina dall’altro ne aumenta la complessità dell’intervento. Infine i prezzi, che secondo l’Istat hanno visto una maggiorazione contenuta per i ricambi ma più sostenuta per la cosiddetta “mano d’opera, salita del 4,2%. Insomma come dice l’adagio popolare, donne e motori, gioie e dolori.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©