Accanto al segretario di Stato all’Industria, il presidente dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo e il ministro dei Trasporti arrivati direttamente da Pechino. Il protocollo della cerimonia racconta l’attenzione che il colosso cinese ha per la nostra piccola Repubblica. Marco Arzilli considera i risultati di questa missione “oltre le aspettative” per lo sviluppo di relazioni economiche concrete. “Dipende solo da noi”, dice. E un rappresentante del Ministero del Commercio cinese è arrivato ieri dalla capitale per un contatto diretto. Dopo tanti anni di rapporti diplomatici ci sono i presupposti per creare una rete economica e finanziaria. “Ma - ripete Arzilli - bisogna cambiare mentalità. Altrimenti questa sarà l’ennesima occasione persa”. Secondo le stime degli economisti americani la Cina sorpasserà gli Stati Uniti nel 2030, con 20 anni di anticipo sul previsto. Ma per molti la Cina è già numero uno mondiale. I prezzi delle materie prime ormai vengono decisi a Pechino e Shanghai. E non consola osservare che il reddito pro capite cinese (3.600 dollari annui) è meno di un decimo di quello americano perché nei rapporti tra superpotenze la stazza demografica ha un peso. La sola rivalutazione della moneta cinese darebbe alla crescita globale un impulso dell’1,5% in un anno. Un impatto enorme, se commisurato alla crescita asfittica dell’Occidente.
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L'inviata Sonia Tura
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