Produzione in crescita, debito in discesa, un fatturato che si attesta su pozioni assolutamente di riguardo. La Fiera di Rimini si conferma un colosso dell'economia riminese, con una ricaduta in termini economici sul territorio che si avvicina agli 860 milioni di euro. Dati che non tengono conto dell'indotto “allargato” che ruota attorno all'ente fieristico, uno dei maggiori in Italia. Nel 2012 a frequentare i grandi padiglioni sono stati oltre 1 milione e 800 mila visitatori. Persone che hanno contrattato con gli oltre 7 mila e 800 espositori, hanno soggiornato negli alberghi della provincia, frequentato ristoranti, fatto acquisti di ogni genere. Si calcola la Fiera abbia provocato una ricaduta sul territorio pari a circa 12 volte il suo fatturato. Positivi anche i numeri della gestione, che nonostante la congiuntura economica generale tutt'altro che favorevole, ha chiuso il 2012 con un utile di 910 mila euro. Il risultato netto consolidato del Gruppo evidenzia una perdita di 570 mila euro sostanzialmente dimezzata rispetto a quella del 2011, così come scende il debito del Gruppo, che sconta ovviamente gli ingenti investimenti per i nuovi quartieri, che hanno impegnato la società per circa 300 milioni di euro, dei quali solo 40 coperti da finanziamenti pubblici. Nel 2012 il debito si attesta sui 19 milioni e 4, contro i 21 milioni e 3 del 2011. Dati, numeri e cifre che stanno ad indicare come la Fiera risponda al suo ruolo di motore dello sviluppo territoriale, e che unitamente ad Aeroporto e Centro Congressi, costituisca uno degli asset fondamentali per l'economia riminese.
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