Domani approda in aula la legge di bilancio 2006 in prima lettura, frutto anche del confronto con le associazioni di categoria. Le conferedazioni sindacali danno giudizi diversi sulla manovra economica. Per la Confederazione Democratica e’ sensibile la riduzione della spesa corrente: “Un piccolo ma significativo segnale di inversione di tendenza', anche se insite sulla riforma fiscale. Positivo l’ incremento di 7 milioni di euro dello stanziamento per il fondo prima casa, ma nello stesso decreto dovranno essere presenti anche le altre agevolazioni richieste riguardo alle iscrizioni ed alle cancellazioni ipotecarie sempre sulla “prima casa”. Importante l’incentivo, mediante credito d’imposta, concesso alle aziende che assumono a tempo indeterminato lavoratori provenienti dalle liste di mobilità o da aziende in crisi. C’e’ il piano mense per la realizzazione di due nuove strutture e sono stanziati appositi fondi per la “ricerca industriale e tecnologica”, per il rilancio del comparto turistico e commerciale e per la ristrutturazione dell’Ospedale di Stato. Giudizio positivo al Fondo pluriennale per la “perequazione previdenziale ed il sostegno alle famiglie” con uno stanziamento pari a 1 milione e mezzo di euro.
Di tutt’altro tono la Csdl che parla di una finanziaria carente e di basso profilo, da arricchire e migliorare sostanzialmente tra la prima e la seconda lettura. Per la Csdl mancano interventi di equità fiscale, per mettere fine alla diffusa elusione fiscale e reperire nuove risorse per il consolidamento dello stato sociale e per rilanciare lo sviluppo del paese; finanziare i necessari interventi sociali a sostegno dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie; destinare le agevolazioni alle imprese in maniera mirata, sulla base degli interessi generali del paese, e non in modo indiscriminato. Non si fa cenno alla riforma del sistema tributario, alla definizione della riforma del catasto, alla istituzione di un reddito minimo per i lavoratori autonomi. Per la Csdl sono assenti gran parte degli interventi sociali richiesti dalla Confederazione del Lavoro, ad esempio il blocco degli affitti e dei prezzi, le risorse per la realizzazione di almeno un asilo nido pubblico e per l’ampliamento del servizio mensa. Dato atto all’aumento del contributo sulla prima casa per la Csdl e’ però negativo il fatto che resti invariato il finanziamento per la spesa sanitaria. In ultima analisi a sorprendere la Confederazione del Lavoro la proposta del governo di non voler rinnovare per il 2006 l’intervento di fiscal drag, il cui accordo da quindici anni viene annualmente sottoscritto da Sindacato e Governo, per “depurare” la tassazione dei redditi dei lavoratori e dei pensionati dagli effetti dell’inflazione. Il Governo propone di non rinnovare questo intervento e di destinare le risorse a generici interventi a favore delle famiglie.
Di tutt’altro tono la Csdl che parla di una finanziaria carente e di basso profilo, da arricchire e migliorare sostanzialmente tra la prima e la seconda lettura. Per la Csdl mancano interventi di equità fiscale, per mettere fine alla diffusa elusione fiscale e reperire nuove risorse per il consolidamento dello stato sociale e per rilanciare lo sviluppo del paese; finanziare i necessari interventi sociali a sostegno dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie; destinare le agevolazioni alle imprese in maniera mirata, sulla base degli interessi generali del paese, e non in modo indiscriminato. Non si fa cenno alla riforma del sistema tributario, alla definizione della riforma del catasto, alla istituzione di un reddito minimo per i lavoratori autonomi. Per la Csdl sono assenti gran parte degli interventi sociali richiesti dalla Confederazione del Lavoro, ad esempio il blocco degli affitti e dei prezzi, le risorse per la realizzazione di almeno un asilo nido pubblico e per l’ampliamento del servizio mensa. Dato atto all’aumento del contributo sulla prima casa per la Csdl e’ però negativo il fatto che resti invariato il finanziamento per la spesa sanitaria. In ultima analisi a sorprendere la Confederazione del Lavoro la proposta del governo di non voler rinnovare per il 2006 l’intervento di fiscal drag, il cui accordo da quindici anni viene annualmente sottoscritto da Sindacato e Governo, per “depurare” la tassazione dei redditi dei lavoratori e dei pensionati dagli effetti dell’inflazione. Il Governo propone di non rinnovare questo intervento e di destinare le risorse a generici interventi a favore delle famiglie.
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